lunedì 18 novembre 2013

Andar per vigneti 2013


DOMENICA 17 NOVEMBRE 2013 
Il Mondo di Pellizza da Volpedo ( AL )
Itinerario di arte, paesaggio ed enogastronomia  tra i Colli Tortonesi e l’Oltrepò Pavese.  

Dislivello: in salita mt. 550 ca; in discesa idem
Tempo di percorrenza: ore 1-1,30 itinerario urbano; ore 5-5,30 itinerario escursionistico. 
Difficoltà: E 
Distanza: Km. 16  

Il mondo di Pellizza da Volpedo 
Volpedo, piccolo borgo agricolo piemontese nel Sud-Est del Piemonte, in provincia di Alessandria, tra le colline allo sbocco della val Curone verso la pianura,  a 10 km da Tortona e a 30 km da Alessandria, è rinomato non solo per la frutticoltura (pesche)  e la viticoltura, ma soprattutto per aver dato i natali ad uno dei più grandi pittori italiani tra Otto e Novecento: Giuseppe Pellizza (1868-1907).  
All’interno delle mura del borgo ottocentesco e nel territorio circostante (in particolare nel limitrofo abitato di Monleale) è possibile  percorrere un itinerario tra arte e paesaggio sui luoghi pellizziani che rivivono attraverso le riproduzioni in grande formato di  opere disseminate nel borgo e nel territorio e collocate in punti selezionati, a diretto confronto con gli scorci di paesaggio che le hanno ispirate.  
Al museo all’aria aperta, che permette il continuo confronto tra oggi  e ieri, si aggiungono il Museo didattico in piazza Quarto Stato (che prende il nome dall’opera più nota del pittore) e lo  Studio fatto costruire dal Pellizza nel 1888, dopo la decisione di vivere e operare nel paese natale, pur restando in contatto con le grandi correnti artistiche internazionali. Entrambi sono aperti al 
pubblico . In particolare l’atelier, che era per l’artista luogo di lavoro, ma anche di studio e di incontro 
con gli amici, quando non gli era possibile dipingere en plein air, si presenta come un contenitore prezioso delle  sue memorie.  
Il nostro itinerario si snoda dapprima lungo il percorso “urbano” volpedese per poi proseguire  su due sentieri tematici ad anello: il primo che prende nome dall’opera più significativa tra quelle evocate: La Montà di Bogino, tela modernissima dipinta da Pellizza nel 1905, parte dalla periferia Est del 
paese (m. 180) toccando la quota massima di m. 300; il secondo, denominato “ I luoghi del sole” dalla sua opera “il sole”, da poco studiato dai tipi dell’associazione Pellizza da Volpedo,  si snoda tra i sentieri e le vigne del limitrofo abitato di Monleale alto, raggiungendo la quota massima di m. 400 . 
Al termine dell’escursione è previsto lo spostamento nell’abitato di Codevilla nel limitrofo Oltrepò Pavese, per la visita e la degustazione nella tenuta  “Montelio”, un tempo grangia di un monastero, nella quale già nella seconda metà del 1200  si coltivava la vite, come si legge nei contratti di affitto dell'epoca. 
L’azienda ci mette a disposizione un locale riscaldato per la degustazione che consiste in un piatto caldo, salumi e formaggi, naturalmente accompagnati dagli ottimi vini dell’azienda. 

(Tratto dal notiziario novembre-dicembre del CAI Varese)

NOTA: Abbiamo avuto la fortuna che uno dei più grandi enologi italiani, Mario Maffi, ci abbia illustrato la storia della cantina e dei suoi prodotti. 

DA CONSIGLIARE: il Museo del Novecento di Milano conserva, fin dalla sua recente istituzione, l’opera più nota del catalogo pellizziano: il Quarto Stato , monumentale marcia di silenziosa ma inesorabile protesta, immagine di una classe – quella contadina, appunto – vessata da ingiustizie e privazioni. Dipinto tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del secolo successivo, il quadro è una fotografia perfetta delle tensioni del periodo. Ed è stata assunta, nel corso degli anni, a immagine di riferimento per battaglie sindacali e politiche, sempre ricondotte a un ideale di uguaglianza e giustizia sociale.

Lo spazio mostre del museo accoglie oggi, e fino al prossimo mese di marzo, un’indagine approfondita sulla lunga gestazione dell’opera: ideata, elaborata, modificata e messa nuovamente in discussione dal suo autore lungo l’arco di un intero decennio. Parentesi complessa e tormentata nella parabola creativa di un pittore che, poco tempo dopo aver posto l’ultima pennellata sul suo capolavoro, sceglierà di togliersi la vita.

Accuratissima la ricostruzione operata da Aurora Scotti, massima esperta dell’epopea pellizziana. Che parte dall’opera finita per un intrigante viaggio a ritroso: attraverso i disegni preparatori e i fragilissimi bozzetti, testimonianza unica e straordinaria di una mano dalla classe ineguagliabile; mettendo in luce le differenze e le analogie tra il quadro nella sua versione definitiva e le diverse fasi preliminari. Su tutte Fiumana , spettacolare anticipazione del Quarto Stato  conservata dalla Pinacoteca di Brera.