lunedì 31 dicembre 2018

Matera, capodanno 2019




Dopo alcune discussioni su giorni e mezzi di trasporto, finalmente io, Monica, Rosi, Annamaria e Gianfranco decidiamo che Matera vedrà l'inizio del nostro nuovo anno. Città tanto decantata che non ho mai visitato, così come non sono mai stata in Basilicata. Da tempo meditavo di venirci, soprattutto in vista del fatto che nel 2019 sarà la città europea della cultura. Avrei voluto arrivarci a piedi da Bari ma adesso non è stagione...
Fine dell'anno, tempo di bilanci. Questi giorni mi prendo l'impegno di fare qualche ragionamento sul mio 2018 e di pensare al 2019. Qualche proposito mi farà bene...

Preludio
Il ristorante dove ceneremo domani sera (non vi dico l'impresa per trovare un posto dove mangiare e basta, senza cenoni, brindisi e stress vari) chiede i nostri dati perché la questura vuole censire le persone presenti a Matera domani sera. Questioni di sicurezza... Poi c'è anche la diretta della Rai, quindi... Massima allerta.

Lucania
Finalmente in Basilicata, terra di migranti, di briganti, di povertà e forse in questi ultimi anni di riscoperta grazie al turismo, al "restauro " di Matera, ai grandi film holliwoodiani, agli stranieri che vi prendono casa. Leggendo la sua storia, mi ha colpito una legge dello stato italiano del 1952 con cui si incentivava la popolazione di Matera ad abbandonare il paese in favore di abitazioni popolari a causa del fortissimo degrado dei Sassi, delle condizioni in cui viveva la gente, dell'altissimo tasso di mortalità infantile in quei luoghi, della scarsità di igiene e della convivenza persone-animali. Insomma, un connubio di fattori che portò addirittura ad una legge dello stato.
La lettura di "Cristo si è fermato a Eboli" di Carlo Levi mi aiuta a capire la situazione esistente, così come aiutò l'Italia a scoprire quella che fu definita "la vergogna d'Italia". L'Italia mise in campo un sacco di soldi (anche americani) e un sacco di menti illuminate, tra cui il grande industriale Olivetti. L'operazione non funzionò completamente ma permise di togliere 20mila persone dal degrado.
Dopo Aleppo e Gerico, Matera è la città più antica del mondo cioè la terza città che è ancora abitata da circa 10000 anni con continuità.

Parte di questa storia l'abbiamo conosciuta in un posto da cui è meglio far partire la visita di questa città, casa Noah, di proprietà e gestita dal FAI.



Primo giorno 
È dedicato ad una prima perlustrazione della città e alla organizzazione delle escursioni.
La città è invasa dai turisti, soprattutto dai camion della Rai perché stasera c'è la diretta del concerto di fine anno. Dopo aver visto presso la casa Noah il video che ci introduce alla storia della città, visitiamo anche il Musma, un museo di arte moderna dove le opere esposte ci risultano oscure ma anche qui conta la location, essendo le sale situate in sette ipogei, quindi in sette grotte scavate ovviamente nella calcarenite che impropriamente a volte viene chiamata tufo.
La sera, ultima dell'anno, la passiamo in giro per la città, tra un maxi schermo e un altro, una città che con l'illuminazione della sera si trasforma in un presepe.


OPERA DEL DALI PRIMA E DOPO LA NEVE


Secondo giorno
La prima metà della giornata è "turista fai da te" e la meta è il sasso Barisano, sul versante opposto al sasso Caveoso rispetto al Piano, attorno al quale si sono posizionate le civiltà dal neolitico in poi. La città è ancora molto affollata ma sembra avere retto bene all'impatto dell'ultimo dell'anno. Scendendo  si giunge ad una strada che costeggia il burrone della Gravina e che collega il monastero di Sant'Agostino con la chiesa di San Pietro Caveoso. Sulla strada troviamo un'altra statua di Salvador Dali. Avevamo già trovato un elefante e un pianoforte in alcune piazze cittadine. Questo è un orologio liquido, uno dei simboli del pittore e scultore surrealista. Decidiamo di visitare anche la mostra dedicata allo spagnolo, soprattutto perché si trova in un luogo particolare, la chiesa della Madonna delle virtù  e di S. Nicola dei greci, una delle più grandi e importanti di Matera.


Anche se lo spazio è museale e l'attenzione è sulle statue e i disegni di Dali, è già possibile apprezzare come le grotte si addentrassero su più livelli. Sono anche presenti dei begli affreschi. Da qui la vista è sulla Gravina, su questo taglio della terra in fondo al quale scorre un fiume. La gravina, che è il nome italiano per definire un canyon, prosegue ben oltre la città.


Anche la mostra è molto interessante. Il concetto che mi porto via è il contrasto tra il molle e il duro, tra la scorza dura esterna e l'interno fragile. Gli esempi infatti nella sua scultura sono l'uovo, la lumaca e il riccio di mare.
Il pomeriggio invece ci trasformiamo in "gruppo vacanze Piemonte". Siamo due gruppi di circa 30 persone e la destinazione è il parco della Murgia. La visita è comunque piacevole, le guide sono molto brave e riusciamo a seguire bene le spiegazioni. Perlustriamo quindi la parte della Gravina che sta di fronte al nucleo abitativo di Matera. Qui riusciamo a vedere alcune chiese rupestri, che hanno una datazione incerta ma circa l'età del bronzo, dopo la quale le persone sembrano essersi spostate a costruire quella che è la Matera di oggi. 


In pulmino riusciamo anche a vedere alcune trasformazioni che sta subendo la città a causa dei lavori per il 2019, come la stazione nuova dei treni (ancora cantiere) e la strada da e per Bari. Trasformare una città in città europea della cultura ha proprio l'obiettivo di fornire risorse per infrastrutture e far conoscere territori poco conosciuti. Qui servono soprattutto vie di comunicazione. 
Le città europee della cultura sono sempre due; Matera è affiancata ad una città bulgara, Plovdiv, di cui purtroppo non si parla mai...
La visita si conclude al tramonto e la vista sulla città a quest'ora è eccezionale!



Terzo giorno 
Oggi iniziamo con la visita guidata ai sassi. La guida è Benedetto, come gli altri molto preparato, oltre che un uomo molto interessante... Partiamo dal sasso Caveoso per concludere al sasso Barisano. Oggi, più che gli altri giorni, ci rendiamo conto che le case poste sui due sassi sono solo un fondale; dietro ci sono metri e metri di cunicoli e ambienti dove vivono o vivevano le persone. Un grande groviera che per il 75% circa è di proprietà dello stato dopo il 1952 e solo dato in concessione a chi adesso lo occupa con negozi, ristoranti o case.
Lasciata la guida, ci perdiamo per il sasso Caveoso alla scoperta di scale, terrazze, chiese rupestri, anfratti.


Architettura in negativo 
È tipica di Matera, ma non solo, credo, perché qui gli spazi abitativi sono ricavati togliendo la roccia e non aggiungendo materiali.

Tre personaggi
In particolare due personaggi si sono incrociati con questa città, San Francesco d'Assisi, che qui è transitato sulla via verso la terra santa e qui ha creato una delle sue comunità monastiche, e Federico II
di Svevia, imperatore del Sacro Romano Impero, che in queste zone, in particolare a Melfi, ha avuto una certa influenza, oltre ad essere un politico illuminato. A loro volta queste due persone si sono incrociate con un terzo personaggio dell'epoca, al-Malik al- Kamil, sultano d'Egitto; con il primo fece un incontro famoso che mise le radici del dialogo interreligioso, con il secondo stipulò una pace che affidava ai crociati la città di Gerusalemme.



Quarto giorno
Al risveglio la città è imbiancata e andrà avanti a nevicare a tratti tutto il giorno e così andiamo a letto con la quasi certezza che nevicherà tutta la notte e che domani non sarà facile andare a Bari. 


Causa maltempo purtroppo la nostra escursione alla cappella del peccato originale salta; bisogna andare nella Murgia, 15 km da Matera, e il sentiero di accesso è inagibile. Un vero peccato perché gli affreschi sono notevoli ed è considerata una specie di cappella sistina. 
Nota positiva invece è che riusciamo a recuperare la visita al Palombaro Lungo che ci avevano dato X chiuso. Il Palombaro lungo è una cisterna che si trova sotto la piazza Vittorio Veneto che da molti secoli fino agli anni '40 del novecento aveva la funzione di rifornire la città di acqua, non solo di raccogliere l'acqua piovana, come quasi tutte le cisterne, ma anche di raccogliere l'acqua sorgiva. La cisterna fu trovata nel 1991 e l'organizzazione dell'acqua nella città è stato uno dei principali motivi per cui l'unesco ha dato a Matera lo status di patrimonio dell'umanità nel 1993. 
Nel 1994 Piero e Alberto Angela fecero un documentario sulla cisterna e sull'acqua a Matera.


Considerato che ha ricominciato a nevicare molto intensamente e che girare X Matera richiede una dote di equilibrio notevole sui marciapiedi che si stanno ghiacciando, decidiamo di andare al cinema a vedere "moschettieri del re", commedia carina che ha usato molte location qui in Basilicata.
Ci addormentiamo con la nevicata che diventa sempre più intensa e soprattutto con l'immagine negli occhi di una città che con la neve diventa veramente magica.


Quinto giorno 
Al risveglio la neve accumulata è circa 50 cm. e la viabilità è decisamente in difficoltà. A causa di una ordinanza comunale il nostro driver ci abbandona ma fortunatamente le ferrovie Appulo-lucane corrono in nostro aiuto e non solo non sospendono il viaggio ma alle 10 ci aspettano per partire mentre noi scapicolliamo sulla stazione grazie al buon cuore di un cittadino che ci accompagna con la sua auto. Un eroe. Riuscire ad abbandonare Matera questa mattina è stata veramente una impresa.
Il viaggio attraversa la campagna in mezzo alla bufera di neve e, dopo il cambio ad Altamura, anche lei duramente colpita dalle nevicate, giungiamo a Bari ed essendo mezzogiorno riusciamo a dedicare un po' di tempo alla città.
Il primo obiettivo è vedere il mare ma oggi il freddo è veramente intenso e pungente. Così abbandoniamo il lungomare e ci addentriamo nella parte storica, meta la basilica di San Nicola. È una chiesa veramente notevole, imponente, con una architettura molto pulita e lineare ad eccezione del bel soffitto ligneo di stile barocco. Poi ci addentriamo nei vicoli, intercettiamo una signora che, in cambio del fatto che le portiamo la spesa, ci conduce in un ristorante vicino al porto dove abbiamo una esperienza mistica. Considerato che Matera non è particolarmente rimasta nella memoria per il cibo, Bari ha decisamente un effetto diverso. Dopo gli antipasti di pesce, finalmente "conosco" le orecchiette con le cime di rapa e l'esperienza culinaria si conclude con una tetta della monaca, dolce tipico della zona. Un pranzo da ricordare negli annali.
Dopo una lunga passeggiata per digerire il tutto, prendiamo la linea tranviaria che ci porta in aeroporto dove sembra che il traffico sia regolare. Non così invece è stato per i treni.



Così si conclude la ns esperienza tra la Basilicata e la Puglia.
Mi ero prefissata di fare dei bilanci ma non sono sicura di averli fatti o di aver preso delle decisioni, che siano sane e/o definitive. E comunque riflessioni che non è il caso di rendere pubbliche...
Diciamo che mi sono concentrata sull'esperienza di visitare una città unica, abitata ininterrottamente da millenni, dove la povertà e le difficoltà hanno permesso di sviluppare l'ingegno in una maniera originale e decisamente creativa, una città che sta di nuovo rinascendo ma che dovrà velocemente abituarsi ad un impatto turistico a cui non è abituata.
Grazie ai miei compagni di viaggio per la loro presenza.

BIBLIOGRAFIA 
- Carlo Levi, "Cristo si è fermato a Eboli"
- Carlos Solito, "La Ballata dei Sassi" (Sperling & Kupfer, 2018)