Nell’anno che commemora l’inizio della Prima Guerra Mondiale abbiamo deciso di dedicare un lungo weekend a visitare una delle aree montuose che sono state maggiormente colpite dall’evento bellico, e su cui questo ha lasciato maggiori testimonianze: l’Altopiano di Asiago è stato in Italia il luogo dove il conflitto è durato più a lungo, dal primo colpo di cannone sparato dal forte di Verena alle ore 4 del 24 maggio del 1915 fino all’armistizio del 4 novembre 1918. Qui opere fortificate sono state costruite sia per proteggere le linee difensive italiane che come arroccamento delle linee offensive austriache, e bombardamenti immani hanno modificato il territorio, lasciando sul desolato altopiano carsico distruzione e morte.
L’Altopiano costituì parte del nucleo difensivo che consentì nel 1916 di bloccare l’avanzata austriaca della Strafe-xpedition e fu segnato nell’estate del 1917 dalla tremenda battaglia dell’Ortigara, con il sacrificio di decine di migliaia di soldati delle due parti. Come ricorda il libro “L’anno della vittoria” di Mario Rigoni Stern, l’Altopiano uscì totalmente distrutto dalla guerra: rovine occupavano il posto dei paesi bombardati, ed i boschi, ove non tagliati dai soldati, furono pure colpiti dal bostrico. Trincee e forti, camminamenti e gallerie, sacrari e cimiteri furono il lascito della guerra, e tuttora segnano profondamente il paesaggio. I resti della storia militare sono stati recentemente valorizzati dalla creazione di un “Museo all’aperto della Grande Guerra”.
Una visita a questi luoghi non vuole essere quindi una semplice escursione in un ambito montano, ma un percorso attraverso la storia del nostro paese, un percorso che richiede anche una preparazione culturale, per cui si invita chi vuole partecipare, per rendere più profonda la propria esperienza dei luoghi, ad andare a leggere prima le pagine di Emilio Lussu e Mario Rigoni Stern, ed a vedere i film di Francesco Rosi e Ermanno Olmi.
ITINERARI ESCURSIONISTICI
Primo itinerario - Monte Ortigara (2105 m) - Punto di partenza: Piazzale Lozze (1771 m)
Il monte Ortigara è diventato “Zona Sacra” per l’Italia dopo la durissima battaglia durata 19 giorni, nel giugno 1917, cui parteciparono circa 400.000 soldati delle due parti ed in cui persero la vita decine di migliaia di soldati italiani ed austroungarici.
L’itinerario proposto percorre una delle principali arterie logistiche della zona nord-orientale dell’altopiano ed uno dei nodi cardine della linea difensiva italiana. Da piazzale Lozze si segue il sentiero CAI 841, che segue la strada costruita nel 1917 dai genieri alpini, fino alla Cima della Campanella. Si prosegue fino all’Osservatorio Torino (per la visita è necessaria pila elettrica), da cui si gode un panorama vastissimo dal gruppo di Lagorai alle Dolomiti Bellunesi. Dal crinale della cima Caldiera si scende alla vasta dolina del Pozzo alla Scala, occupata da baraccamenti e caverne. Si prosegue lungo il sentiero 841 attraverso il vallone dell’Agnellizza, quindi si risale il ripido versante settentrionale dell’Ortigara, seguendo i camminamenti delle trup- pe, attrezzati con corde metalliche. Attraverso una galleria in salita si per- viene dapprima alla quota 2082 dell’Ortigara, dove è posto il cippo commemorativo austriaco, poi proseguendo verso sud alla colonna mozza in granito di Cima Ortigara a quota 2106 m posta dagli alpini “per non dimenticare”. Il panorama del campo di battaglia è impressionante: la desolata piattaforma carsica è ancora profondamente segnata dai pesantissimi bombardamenti. La discesa alla piazzale Lozza avviene dal facile Sentiero Tricolore.
Secondo itinerario- Cima Dodici (2336 mt) - punto di partenza: bivio di malga Galmarara (1614 mt)
Cima XII è la massima elevazione dell'Altopiano, punto nevralgico del fronte bellico. Il nome le è stato data dagli abitanti di Borgo Valsugana, che usavano questa montagna come meridiana in quanto alle ore 12 proietta un cono d'ombra sul loro paese. Dal bivio di malga Galmarara si imbocca verso nord il sentiero CAI 830, che con una serie di modesti saliscendi raggiunge il Bivio Italia; da qui mediante il sentiero CAI 835 si degrada verso la Busa del Cavallo. Nei pressi di un'ampia curva si abbandona la strada per deviare sul sentiero che raggiunge la base della piramide sommità le di cima Dodici; risalendo il versante sud-est della cima il sentiero si fa più ripido fino ad arrivare alla duplice croce di vetta. Al ritorno si segue il sentiero SAT 211 che scende verso la Busa delle Dodese da cui piegando verso sud su facile mulattiera si torna al Bivio Italia ed al punto di partenza.
Terzo itinerario – Monte Zebio (1717 m) - Punto di partenza: Val Giardini (1100 m)
Il Monte Zebio fu conquistato dagli austriaci nella primavera del 1916; gli italiani tentarono varie volte senza successo di riprenderlo finchè, nel 1917, scavarono una galleria di mina sotto il caposaldo austroungarico. La mina sarebbe dovuta esplodere all’inizio dell’offensiva dell’Ortigara il 10 giugno; un imprevisto, forse un fulmine, la innescò però in anticipo, causando la perdita dell’intero presidio della Brigata Ca- tania. Il settore tra lo Zebio e l’Ortigara vide il maggior sacrificio di sangue della guerra, tra assalti e contrassalti delle due parti. Su questa cima si ambienta il film “Uomini contro” di Francesco Rosi. Si parte dalla val Giardini, seguendo la stradina sterrata con segnavia CAI 832B, proseguendo in salita oltre il monumento a due partigiani Rigoni e quindi nel bosco Hintertal. Proseguendo nel bosco si supera una postazione di artiglieria e poi il cimitero di guerra della brigata Sassari. Dal bivacco Stalder si prosegue verso nord-est in leggera discesa, immettendosi poi nel sentiero CAI 832, fino a raggiungere il cratere della Mina di Scalambron (quota 1677 mt). Procedendo verso malga Zebio si incontrano trincee e gallerie che circondano la crocetta di Zebio (1708 mt), fortissimo caposaldo austroungarico. La discesa avviene attraverso il sentiero che porta al bivacco dell'anello ed alla Puntara del Lom.