L’inverno è stato molto duro a causa del secondo (o terzo?) lockdown; lo scialpinismo è stato quasi inesistente. È primavera, quasi estate e anche se il meteo non è ancora stabile e in alta montagna continua a nevicare, il caldo stenta ad arrivare e quindi decido di fare un breve cammino a portata di casa, che mi permette di spezzettarlo senza dormire fuori e di ricominciare a stare un po’ in mezzo alla natura e alla gente (ma non troppo).
Il sentiero del viandante si trova sulla sponda orientale del Lago di Como. Sconsigliato andarci in auto, parto in treno da Busto, cambio a Milano e Lecco e scendo ad Abbadia Lariana, dove inizia il cammino e dove io inizio il mio cammino, sabato 29 maggio.
Già dall’inizio dell’’800 qui si era aperta una strada militare che portava da Milano al passo dello Stelvio, in seguito abbandonata e in questi ultimi anni riscoperta dall’APT di Lecco.
Io avevo letto su Facebook il reportage dello psicoatleta Enrico Brizzi ma, già sul treno di primo mattino, capisco che ormai è una via molto frequentata e conosciuta. I vagoni infatti sono decisamente affollati, tutti escursionisti. Fortunatamente non tutti scendono ad Abbadia, evidentemente fanno altre tappe.
Appena usciti dalla stazione l’orientamento non è facile, non ci sono cartelli e la guida non era chiarissima. Io e un gruppo di senior girovaghiamo un po’ e poi troviamo l’inizio.
Il sentiero del viandante è lungo 45 km ( ma la mia somma alla fine farà 50) e la prima tappa fino a Lierna è lunga circa 10 km. Questa tappa è piuttosto semplice, il dislivello è di 360 metri. Dopo poco si intravede già il lago. Si incrocia un po’ di volte la superstrada che va al passo dello Spluga. Non prevede grosse difficoltà ed è abbastanza piacevole. Da segnalare la chiesetta di San Giorgio che ha un ciclo di affreschi veramente notevole.
Ma io oggi ho deciso che avrei fatto anche la seconda tappa, direzione Varenna, altri 10 km. Quindi senza scendere al borgo di Lierna, proseguo. Ci sono due varianti, quella bassa e quella alta. Siccome non voglio esagerare scelgo quella bassa anche se poi scopro che la differenza di dislivello tutto sommato non è molta, 580 mt contro 730 mt. Il sentiero si allontana dal lago e prende decisamente quota. La salita, per una poco allenata come me dopo il lockdown, è abbastanza impegnativa e oggi ho dimenticato i bastoni, cosa che patirò soprattutto in discesa. Fortunatamente si incontrano alcune fontane. La giornata era partita un po’ incerta e nuvolosa, ora è decisamente bella e calda. Arrivata nella località di Coria, il punto più alto per oggi, faccio la pausa pranzo e scambio due parole con altri escursionisti. Poi ricomincio a salire con una coppia ma dopo un po’ ci rendiamo conto che abbiamo sbagliato perché saremmo dovuti scendere (come dice la guida). Quel sentiero probabilmente si congiunge con la variante alta. Quindi ridiscendo per un bel po’ e riprendo il sentiero giusto che prosegue per moltissimo dentro il bosco. Non sembra finire mai e si abbassa di poco. Le indicazioni qui sono molto scarse e ogni tanto il dubbio mi viene... ma proseguo. L’ultimo tratto è un po’ brutto perché passa sopra alcuni para-frane (si chiamano così?!) sopra la superstrada ma finalmente arrivo al cimitero degli inglesi in località Varenna. Quando ho parlato con un vigile del cimitero degli inglesi mi ha guardato male... chissà se ha senso questo nome... L’ultima ora e mezza ho camminato sotto un diluvio stratosferico ma all’arrivo di Varenna esce il sole e questo borgo mi appare veramente piacevole e affascinante. Tappa impegnativa e bella anche se la pioggia ha un po’ limitato l’attenzione per il paesaggio, dovendo guardare il sentiero scivoloso.
Sono però stanca, le ginocchia urlano vendetta e la stazione di Varenna è dall’altro capo del paese, quindi decido di vistare il borgo la prossima volta (partirò da qui per la terza tappa) e di prendere il primo treno. Prima di prendere l’espresso per Milano, che mi permette di saltare un cambio, ho tempo per la merenda.
La soluzione treno è stata ottimale. Ho sentito di molti che hanno avuto problemi a trovare parcheggio sul lago (ed è sabato).
2 giugno
Oggi è la festa della Repubblica e quindi ne approfitto per la fare la terza tappa, da Varenna a Dervio. Oggi sono con Federica, una mia collega insegnante, che ogni tanto anche lei si diletta in cammini. Quindi arriviamo in treno al punto di partenza e abbiamo anche tempo di fare un giro per il borgo, molto carino, andare all’imbarcadero, fare la seconda colazione, vedere da lontano la celebrazione per il 2 giugno e quindi partire.
Anche oggi il cammino è abbastanza frequentato anche se quasi tutti sono in prossimità dei paesi, dove giungono in auto per poi percorrere pochi metri lungo il sentiero.
A inizio tappa si giunge subito a Vezio dove c’è un castello che non visitiamo perché c’è poco tempo. Il sentiero non è particolarmente impegnativo, il dislivello è di circa 450 mt e la distanza di circa 10 km. Dopo una prima salita si prosegue per lo più in costa e si attraversano dei borghi molto carini, apparentemente disabitati: Regolo, Perledo, Tondello, Gittana per tornare a livello del lago in prossimità di Bellano. Già però si vede il promontorio su cui si trova Dervio. Il sentiero prosegue alternandosi tra mulattiere, strada asfaltata, carrozzabili. Non sempre la direzione è chiara e infatti gli ultimi due km, all’altezza di Oro prima di Dervio, seguiamo delle indicazioni che ci riportano sul lago e ci obbligano a fare l’ultimo pezzo sulla provinciale, comprese due gallerie non proprio adatte ai pedoni. Finalmente ci dedichiamo alla pausa pranzo e poi prendiamo al volo il treno per Lecco.