venerdì 6 dicembre 2019

Wales 2019



Visito il Galles per la prima volta. Sono qui con un gruppo di ragazzi e ragazze in alternanza scuola lavoro con un progetto di mobilità internazionale dell'ENAIP. Sono sei ragazze estetiste, 4 aiuto cuochi e due agricoli. Loro faranno un mese qui, io due settimane e con me torneranno a casa. La collega che mi accompagna, Maria Vittoria, è una persona molto interessante e sono contenta di passare questo tempo insieme a lei. Ha studiato inglese e russo come mediatrice culturale e lavora in un centro di accoglienza per migranti di Airuno (LC), oltre a insegnare inglese all'enaip di Monticello (Lecco).
Mi trovo ad Abergele, un villaggio di circa 10mila abitanti sulla costa del nord del Galles, ovviamente molto piovoso e molto ventoso...
Qui tutti i cartelli hanno la doppia indicazione, inglese e gallese e il gallese è veramente astruso, un po' sullo stile del basco, un codice fiscale!
I ragazzi sono dislocati in famiglia così io e Maria Vittoria ce ne stiamo tranquille nel nostro b&b a Llanddulas, a due km da Abergele. Abbiamo già visto un mondo di escursioni da fare e, visto che i ragazzi lavorano, avremo tempo X farle!


Cibo
Io e Maria avremo grossi problemi col cibo qui in Galles...
Prima cosa siamo entrambe vegetariane e quindi non riusciamo a mangiare ovunque. Ma il grosso problema è che qui, tra le 7 e le 8 di sera, tutte le cucine dei pub e dei bar chiudono. Ci rimangono solo i kebabari e le pizze fatte dagli immigrati (non italiani). Un vero disastro...
 (...)
Sulle pizze fatte da immigrati non italiani stasera abbiamo steso un velo pietoso e quindi chiuso il capitolo.
Ormai  è deciso. Il nostro posto preferito è il kebabaro di Abergele, o meglio un gruppo di kebabari turchi che ormai ci hanno adottato e ci ospitano sulle loro scomode sedie azzurre a mangiare, senza neanche un tavolo. Per farci sentire a casa ci mettono la musica di Toto Cotugno e di Adriano Celentano. Abbiamo tentato anche col delivery al b&b ma è stato un fallimento perché non trovavano la casa, quindi andiamo noi. È l'unico posto in cui ci siamo sentite veramente accolte!
(...)
Un altro modo di evitare il solito fish&chips è il cibo cinese/asiatico. Ne abbiamo provato due versioni: quello veloce, da fast food, il "wok&go" e il ristorante serio. Ci sono piaciuti tutti e due. I primi seafood noodles erano piccantissimi, da piangere! I secondi (sempre seafood noodles) erano molto più abbondanti e ugualmente gustosi. Due esperimenti riusciti.


Tempo libero e intership 
Oggi domenica coi ragazzi. La meta iniziale era Chester ma il treno era troppo caro X loro (32 sterline, circa 40€ andata e ritorno per un viaggio di 40 minuti, in effetti tanto...) e quindi optiamo per Angel bay, una baia dove vanno a spiaggiare le foche. Poi saliamo sulla cima della scogliera dove il vento ha una velocità incredibile. Le scivolate sul fango valgono però la vista sulla baia di Llandudno.
(...)
Parte del tempo libero è dedicato a fare visita ai ragazzi e alle ragazze sul posto di lavoro. Il primo è Memmo, in una caffetteria che si chiama the Plantation con una sala che è la riproduzione di una foresta. Molto carina. Le due che lo gestiscono, simpatiche!
Oggi riusciamo  anche ad andare a Betws-y-coen ma è talmente in culo ai lupi nella campagna che impieghiamo più tempo coi bus che non quello usato X visitarla. Carina eh, ... Però, 15 case poste sui tre lati di un triangolo.
(...)
Anche le signore che gestiscono i negozi di trattamenti estetici sono molto contente delle nostre ragazze e le visite quindi si rivelano molto soddisfacenti. Solo una si lamenta che il nostro ragazzo non parla bene l'inglese. Ma va?! In compenso però non sono molto ospitali, non ci offrono neanche non dico un trattamento ma almeno un caffè...
(...)


La meta di oggi è Conwy, segnalato per un castello da visitare. Prima però percorriamo le mura che percorrono buona parte del perimetro di questo villaggio e che si affacciano sul mare, visto che questo paese si affaccia su una baia. Il castello ha visto la guerra tra welsh e english e in particolare nel 1401 qui hanno prevalso i gallesi sugli inglesi di King Edward, che abitava in questo castello, quindi è un grande ricordo per il Galles.
(...)
Oggi andiamo oltre Prestatyn a trovare Daniele e Andrea, i nostri due farmer che lavorano presso la tenuta di un Lord, di nome Mostyn, che possiede tutto questo territorio, compreso tutta Llandudno. Ci sembra di capire che lui possieda ancora il suolo, anche se sopra ci sono case e persone. È una famiglia le cui origini risalgono a 550 anni fa e vive in questo castello di 150 camere che riesce a mantenere grazie al fatto che ha creato una fondazione che gli permette di mantenere tutto ciò senza dover vendere. L'attuale Lord ha circa 33 anni, vive di rendita e passa tutto il giorno a giocare alla playstation, a biliardo oppure a viaggiare. Fa però moltissima charity e aiuta molte associazioni. Nella sua tenuta ci sono anche dei cani che vengono addestrati ad esempio a trovare mine antiuomo in Angola.
Phil, che lavora qui, ci conduce in giro per la tenuta illustrandoci la storia, le piante, ecc., tenuta che si affaccia sulla baia di Liverpool. 
Avvicinandosi al castello mi sarei aspettata di vedere uscire Mr. Darcy...


Brexit 
In questi giorni qui in UK si è votato e hanno prevalso i conservatori di Boris Johnson. Qui in Galles quelli con cui abbiamo parlato non erano per niente contenti. Abbiamo sentito chi diceva "damned english".


Liverpool
In una fortunata giornata senza pioggia io e MVittoria decidiamo di andare a Liverpool. Prendiamo due treni, il primo per Chester e poi per Liverpool Central Station. Circa un'ora e 40 di viaggio per la modica cifra di più di 18 pounds. È una città che mescola il suo lato moderno, molto commerciale, con la sua storia industriale. Del resto lo sappiamo che qui è nata l'industria, la ferrovia, le più grandi navi moderne transatlantiche. Ormai prevale decisamente l'aspetto commerciale che ha soppiantato quello industriale. Qua e là rimangono i classici edifici in mattoni rossi, riciclati e ora usati come musei o centri commerciali o uffici. La parte più interessante di questo restauro ha interessato i docks dove ci dirigiamo verso il nostro primo obiettivo, la Tate Gallery, museo di arte moderna che si affaccia sull'acqua nella zona del vecchio porto. L'esposizione è interessante, si va dall'astrattismo all'arte povera, alla pop art. Dopo un tentativo di vedere il museo dei Beatles, di cui Liverpool è luogo natale, tentativo fallito per il costo eccessivo del biglietto (17 pounds), andiamo a visitare (gratis, come tutti i musei pubblici in UK) due musei molto interessanti: il museo della schiavitù e il museo delle navi e della Marina.
Ad un certo punto della storia del colonialismo Liverpool diventa la capitale della rotta transatlantica della schiavitù. Da qui partivano le più imponenti navi che facevano rotta verso l'Africa e poi verso le Americhe col loro "carico umano". L'esposizione dedica molto spazio alle culture africane che gli schiavi venivano costretti ad abbandonare ma che in qualche modo si portavano dietro.
Il museo delle navi invece è focalizzato soprattutto sul Titanic. L'armatore della nave era la White Star di Liverpoool, anche se la nave fu costruita  e varata a Belfast (dove infatti c'è il museo, molto bello, da vedere) e parti' per l'ultimo viaggio da Southampton. Il museo racconta la storia della costruzione, dell'affondamento, dell'equipaggio, di chi mori e di chi sopravvisse.
Quello che rimane del giorno lo dedichiamo all'ultimo giro nello shopping natalizio, per poi fare ritorno ad Abergele. 


Chester
Finalmente riusciamo a portare i ragazzi (e una ragazza che oggi, sabato, non lavora come invece le altre estetiste) a Chester, città di origine romana (1 sec. d.c.) ma con mura medievali che ne circondano il centro. Il meteo ci permette di percorrere tutte le mura a piedi e di visitare il bellissimo centro storico, caratterizzato dalle tipiche case vittoriane e dalle bancarelle natalizie. Natale si avvicina e lo shopping richiama gente e turisti. Io non mi sottraggo e compro anche io il mio jumper, cioè il maglione tipico di Santa Lucia, il 13 dicembre, coi tipici disegni natalizi (famoso è quello di Darcy/Colin Firth in Bridget Jones). Però l'ho preso da Save the Children, usato, così faccio beneficienza ed evito di alimentare il "fast shopping" (consumismo mordi e fuggi). 


Manchester
L'ultima gita organizzata è di nuovo in Inghilterra, a Manchester. Città molto viva e molto bella. Anche qui, come a Liverpool, si alterna il moderno con l'antico ma questo contrasto/accostamento qui è molto più evidente. Sono ancora molti gli edifici in mattoni rossi di metà ottocento e i grattacieli di recentissima costruzione (ci sono ancora molte gru). Il tutto è arricchito dall'aria natalizia e dal mercatino natalizio.
La prima meta però è il museo della scienza e dell'industria, costruito nel luogo in cui i treni depositavano il loro carico di cotone proveniente prima dall'India poi dall'America, perché venisse lavorato. Assistiamo anche ad una dimostrazione del funzionamento di alcune macchine dell'industria tessile. Qui si è fatta la storia della rivoluzione industriale, quando si è passati dalla lana al cotone, e dell'artigianato alla produzione seriale. Al secondo piano invece ci sono molte postazioni dove è possibile fare alcuni esperimenti rispetto  alla luce, al suono, ai riflessi, all'intelligenza, ecc.
Mentre i ragazzi hanno il tempo libero per girare il centro città io e Maria Vittoria andiamo a vedere una famosa Library, la a John Rylands Library, con libri molto antichi soprattutto medievali, che mi ricorda la Reading Room del Trinity College a Dublino. Molto bella!
Siccome oggi c'era la partita ci siamo evitati la visita allo stadio Old Trafford, che avrebbe fatto molto piacere ai ragazzi ma avrebbe ammorbato molto noi donne.


Shopping
Come sempre quando vengo in UK mi dedico con piacere allo shopping. Trovo che sia molto stimolante farlo qui, più che in Italia. Mi sembra di avere più scelta e soprattutto che le offerte e i saldi siano più interessanti. Non che gli inglesi si vestano meglio di noi... Però offre più alternative. E l'alternativa che più apprezzo da queste parti è quella dei charity shop, cioè la vendita di abiti o oggetti usati per beneficienza. Ogni negozio è gestito da una associazione e i proventi ovviamente vanno alle persone di cui si occupano. Trovo che questo sia un modo di riciclare delle cose assolutamente utilizzabili, evitando produzione di materiale superfluo e in più per un'ottima causa. Quest'anno ne ho veramente approfittato, rimettendo in circolo 3 magliette, un maglione e una giacca, e aiutando Save the children, Heart Foundation, SCOPE equality for disabled people e Cats protection. Per usare uno slogan ti Save the children: pre-loved to... Re-loved.