giovedì 1 giugno 2023

Trekking nelle colline del Verdicchio 1-4 giugno 2023

L’itinerario pensato da me e Nadia per questo ponte del 2 giugno ci porta nelle Marche, in particolare nella zona di Jesi, che sarà il nostro campo base. Con questo ponte abbiamo azzardato nell’aggiungere un giorno feriale, vista la distanza tra noi e le Marche. È andata bene a tutti tranne che a me, visto che mi tocca fare la presidente di commissione d’esame anche il primo del mese, cioè oggi. Ma dopo aver assolto i miei obblighi a Milano, riesco a partire e a raggiungere il gruppo per l’ora di cena. Mi sono quindi persa la visita guidata a questa ridente cittadina. Cercherò di scoprirla una di questa sere…

Questo trekking si inserisce come sempre all’interno della programmazione del Cai Varese 2023. In poco tempo abbiamo raggiunto 20 persone iscritte, il nostro numero massimo. L’età media quest’anno si abbassa anche grazie al fatto che abbiamo due famiglie con i due figli, Andrei e Amelia.

2 giugno, festa della Repubblica 

Giro ad anello da Cupramontana, km. 12, dislivello positivo circa 500 mt.

La giornata di oggi inizia nella capitale del Verdicchio, Cupramontana, che raggiungiamo solo grazie a dei taxi, visto che oggi tutti i pullman sono soppressi per la festività…

Già nel viaggio di avvicinamento abbiamo modo di vedere le verdi colline attorno Jesi in cui si alternano ulivi e ovviamente vigneti. Qui siamo a circa 500 metri di altitudine.  La piazza di Cupra è un piccolo gioiello racchiuso da tipiche case in mattoni con un imponente portale di ingresso. La nostra guida Laura ci introduce nel mondo delle colline del verdicchio dove, quando si parla di castelli del Verdicchio, si intendono i Borghi circondati da mura. Più tardi una delle persone che lavora alla cantina ci dirà che bisognerebbe identificare tutti i tipi di Verdicchio della zona e dare loro un nome diverso x caratterizzare meglio questo tipo di vino. Insomma dire solo Verdicchio è troppo generico. 

Dopo aver fatto un giro nel borgo e aver apprezzato la presenza del museo internazionale dell’etichetta (ovviamente sulla bottiglia di vino), usciamo dal paese in direzione Abbazia del Beato Angelo, una persona uccisa nel ‘400 perché andava in giro nelle campagne a dire che la domenica non si lavora.

Questa abbazia, ora camaldolese, è stata un tempo molto potente (come quasi tutte le abbazie) perché si usava donare ricchezze, terreni, ecc ai monaci che, in cambio, pregavano per l’anima di chi donava. Soprattutto coloro che morivano in battaglia senza aver avuto il tempo di pentirsi dei loro peccati. Sembra avere origini databili all’XI secolo. Notevole il chiostro interno… e anche l’accetta con cui hanno ucciso il nostro Beato Angelo.


Ci lasciamo l’abbazia alle spalle e imbocchiamo poco dopo una strada sterrata, tutta bianca, che emerge visibilmente dal verde delle colline anche da lontano. Cupramontana si trova sul ciglio di quello che potremmo definire un grande catino, la conca della Cesola, dentro il quale il nostro sentiero scende per poi risalire, spesso con pendenze elevate. Questa mattina il sole è veramente caldo e questo influisce assai sulla nostra prestazione, anche dei nostri giovani escursionisti.

Una volta risaliti sul ciglio della conca, ci fermiamo a pranzare in località San Michele. Poi riprendiamo il cammino e un’ultima salita impervia ci riporta a Cupramontana dove si chiude il nostro anello.

L’ultimo pezzo di itinerario, circa due km, è una lunga discesa che ci porta alla Cantina Sparapani Frati Bianchi, azienda familiare di produzione del verdicchio. Il tempo di entrare in cantina e fuori si scatena un bel temporale. Dopo aver visitato la cantina inizia la degustazione di tre vini bianchi, a mio parere molto buoni. Dopo doverosi acquisti, grazie a nostri tassisti che scopriamo essere rumeni torniamo in albergo e la giornata finisce anche stasera con un’ottima cena.

3 giugno


La mattina è dedicata ad una meraviglia della natura, le Grotte di Frasassi. Dopo il doveroso avvicinamento fatto in treno (che rischiamo di perdere a causa di un addetto alla biglietteria a dir poco imbranato) e poi a piedi, un bus ci conduce all’imbocco delle grotte dove ci aspetta la nostra guida. Noi visiteremo solo 1 dei 35 km di grotte scoperte in questo angolo di Marche da un gruppo di giovani e arguti speleologi. La prima delle 6 sale visitate è quella più impressionante; è talmente grande che ci potrebbe stare il Duomo di Milano! La fantasia ha dato alle grotte e alle sue stalattiti e stalagmiti i nomi più svariati ma niente può lasciare immaginare lo stupore che devono aver provato questi ragazzi che nel 1971 sono scesi e hanno illuminato per la prima volta questa grotta.

Usciti dalle grotte ci spostiamo verso l’abbazia di San Vittore delle chiuse (200 mt.) dove facciamo la pausa pranzo.

Sentiero dell’aquila, km. 8, dislivello positivo 660 mt.

Subito dopo inizia il nostro cammino che, una volta attraversato il fiume Sentino grazie ad un ponte romano, sale velocemente al punto in cui inizia il nostro giro ad anello attorno al Monte La Croce, a quota 600.


Siamo nel Parco Naturale Regionale della Gola della Rossa e di Frasassi. Questo itinerario si chiama sentiero dell’aquila e ci porta ad un rifugio della guardia forestale (che poi ci dicono essere invece privato). Il sentiero prosegue un po’ su e giù e passa vicino ai villaggi di Pierosara, Cerqueto, Vallemania. Da un po’ ci inseguono le nuvole e dei lampi che sentiamo in lontananza. All’altezza di Rosenga, quando manca veramente poco alla conclusione del nostro anello, si scatena un fortissimo temporale, con anche alcune scariche di fulmini. Per un po’ camminiamo ma, in vista di Rosenga, decidiamo di uscire dal sentiero e rifugiarci sotto un chiesa. Da qui l’unica possibilità è chiamare dei taxi che ci riportino alla stazione. E così decidiamo di fare. In questi paesi vivono pochissime persone (in questo 15) e trovare un passaggio alternativo è una impresa. La signora che ci accoglie sotto il suo balcone non ci fa neanche entrare nel suo garage… Alla stazione veniamo accolti (tassista compreso) al bar dove scopriamo che ci sono stati molti problemi in zona Fabriano e sulla linea ferroviaria che ci interessa, da e per Roma. Il rischio è di aspettare un treno che se va bene ritarda di almeno 90 minuti e se va male non passa proprio. Ergo? La soluzione è di nuovo un taxi che a questo punto ci riporti all’albergo. Anche questa volta la decisione è molto ponderata ma l’incertezza è troppa e vogliamo tornare in hotel; decidiamo che per oggi l’avventura è sufficiente. 


Nel pomeriggio i due papà con i due figli sono andati in modalità autogestione a Fabriano al museo della carta, dove i due bimbi hanno fatto un laboratorio in cui hanno prodotto dei fogli di carta. 

A cena ci aspetta la torta fatta preparare per il compleanno (domani) di Andrei.

4 giugno

Conero, 6 km., dislivello positivo 350 mt.

Questa mattina il temporale è sparito e di nuovo c’è il sole. La giornata inizia con uno spostamento; abbandoniamo Jesi per dirigerci verso il Conero e quindi il mare. L’autista ci preleva all’albergo e ci porta in località Poggio dove inizia il nostro sentiero. Siamo nel Parco Naturale Regionale del Conero. L’obiettivo è camminare sopra il mare e godere di questo bosco molto variegato e mediterraneo. La prima tappa è il Belvedere Nord da cui si gode la prima vista sul mare. Il sentiero prosegue verso Piano Reggetti, un altro punto panoramico. Il sentiero è molto (direi anche troppo) frequentato da ciclisti e anche qualche escursionista. C’è anche un gruppo che fa una  strana danza con un urlo mantrico… qualcuno li definisce “scappati di casa”!


Oggi il gruppo è compatto ed energico, quindi il giro ad anello viene svolto in un tempo inferiore. Questo ci consente di fare una deviazione non prevista verso Sirolo, paese medievale considerato la perla del Conero. Non è a livello del mare ma posto sopra una scogliera con vista sulla costa. Possiamo quindi permetterci di fare un giro per il borgo, fare un aperitivo, fare un po’ di acquisti al mercatino della Coldiretti e rilassarci un po’ prima di andare alla volta della stazione di Ancona.


Si torna a casa. Il treno subisce un ritardo di più di un’ora e anche il ritorno a casa è una mezza avventura lunga e tortuosa!in serata la chat si attiva per l’ultima volta: siamo tutti a casa!