venerdì 24 marzo 2017

Auschwitz 2017

Dopo 4 anni (mi pare) si ritorna in Polonia con la scuola a visitare Auschwitz.
E di nuovo si arriva sul treno della memoria, che parte dal binario 21 della stazione centrale di Milano. Quest'anno solo il ritrovo era al binario 21 ma la simbologia si è mantenuta.


Gli allievi sono 8: 5 sala bar, anna, annalara, Nicolò, Manuel e Carmen, e tre elettricisti,Kevin, Gianmarco e segundo. Io sono l'unica insegnante dell'ENAIP.


Il treno è composto da 15 carrozze, dalla a alla q. Siamo una comunità di 730 persone, studenti delle scuole superiori della regione Lombardia, insegnanti e gente varia, pensionati, tesserati dei sindacati. 
Il libro che mi ha accompagnato quest'anno è scritto dal nuovo direttore del Memoriale di Auschwitz, Piotr, con ottime riflessioni sul perché andare a visitare questo sito e sul suo significato.  "Non c'è una fine", si intitola così. Come se non si dovesse mai smettere di ricordare, ricordare quello che è stato, ricordare quello che sembrava inimmaginabile. Portare ragazzi (come i miei sgarrupati alunni) al Memoriale è proprio questo, fare una iniezione di ferro alla loro memoria ma anche a quella dei loro genitori e dei loro figli che verranno. 



Oggi ho visto una Cracovia che non avevo visto l'altra volta, decisamente una città interessante con un sacco di storia da offrire. Anche se tutto quello che è stato costruito qui e' stato nel corso del tempo distrutto da teutonici, austriaci e ovviamente i nazisti. Ho visto ad esempio il castello di Wawel, bellissimo esempio della potenza polacca nel rinascimento, anche grazie ad architetti italiani. Poi rovinata dall'arrivo e dalla conquista degli austriaci a fine ottocento. Qui è conservata la Dama con l'ermellino di Leonardo, che anche quest'anno non sono riuscita a vedere...
Ho visto meglio il quartiere ebraico di Kasimiez, in parte set del film Schindler's list, compresa la parte legata al cibo di strada tipico di quel quartiere e alla sua vita notturna.
Ho visto meglio la piazza dove c'è il mercato coperto che è il cuore di Cracovia.
Sabato sera abbiamo anche un po' apprezzato la vita notturna del centro, ovviamente caratterizzata da alcol e quindi ubriachezza molesta varia...



Ieri sera uscire coi ragazzi ci ha permesso di decantare un po' le emozioni della visita ad Auschwitz I e a Birkenau. Già sulla rampa di uscita da Birkenau, dopo la cerimonia di commemorazione e il suono del violino di Eva Levi, abbandonato in silenzio il memoriale lungo il tragitto del binario si iniziava lentamente a riemergere in superficie,  con le parole, le risate, gli sguardi. 
Non ho raccontato del vìolino che ci ha accompagnato in questo viaggio. Eva Levi, ebrea di Torino e rifugiata a Tradate, viene tradita da un vicino di casa e arrestata con la famiglia. Alla stazione di Tradate solo il padre viene salvato dal capostazione (ora Giusto tra le Nazioni) e lei viene deportata ad Auschwitz assieme al suo violino. Lei muore ma il suo violino viene ritrovato spezzato dopo la guerra e restaurato a Cremona. Al suo interno un biglietto scritto probabilmente dal fratello con sei note scritte a canone inverso, con il numero di matricola di chi l'ha scritto e la scritta "der musik macht frei". 


Dopo 73 anni il violino è tornato ad Auschwitz ed ha suonato. 



Rispetto alla precedente visita ad Auschwitz I ho visto la baracca gestita da Israele, molto suggestiva, con filmati di famiglie ebree prima della persecuzione e poi video della Germania hitleriana.


A Birkenau ho visto anche la zona Sauna dove le persone venivano spogliate, lavate, registrate e tatuate. Ho visto anche i resti delle prime camere a gas, un po' esterne rispetto al resto del campo. Per arrivarci però ho attraversato campi circondati da betulle con daini e leprotti...