Rettangolo di 147.181 kmq.
Otto dei 14 ottomila della terra
30esimo parallelo Nord
Kathmandu è alla stessa latitudine di Miami, del Cairo e di Taipei, ma è posta più a sud di Delhi.
34,5% di mortalità infantile
37,4% dei bambini coinvolti nel lavoro minorile
71,3/1000 tasso di maternità precoce
Il 37% delle bambine in Nepal si sposa prima dei 18 anni
Il 10% delle bambine si sposa prima dei 15 anni (per legge l'età minima per sposarsi è 20 anni)
Il Nepal è il terzo paese in Asia, dopo Bangladesh e India, per il numero di matrimoni precoci.
Nel 2016 96,96% dei bambini frequenta la scuola primaria
L'istruzione e la salute sono a pagamento.
I tassi di iscrizione delle bambine sono inferiori a quello dei bambini, soprattutto se provengono da famiglie povere, vivono in zone rurali, appartengono a caste inferiori.
Dal 2008 non è più una monarchia ma una repubblica parlamentare di tipo federale.
Dal 2015 ha una costituzione.
+3,45 ore di fuso orario rispetto all'Italia quando è in vigore l'ora legale
22 luglio
Aerei di linea
Era da un po' che non viaggiavo su un volo di linea. Ormai mi ero abituata ai low cost e quindi alla bassa qualità del servizio. Viaggiare con la Qatar Airwaiys devo dire che ha fatto la differenza. Intanto sul sedile c'era la copertina e un piccolo beauty che conteneva: la maschera X gli occhi, un piccolo lip balm, un piccolo spazzolino con dentifricio, un paio di tappi per le orecchie e un paio di calze!
E poi è ricomparso lo schermo davanti al sedile con la possibilità di vedere un sacco di film. Così ho recuperato un film che mi ero perso "murder on the orient express", ultima versione di Branagh. Zia Agatha e Poirot sono sempre una scelta vincente. Poi volevo vedere "la forma dell'acqua" ma ho cercato di dormire.
E poi la cena non era affatto male: una pasta con verdure, un couscous con ceci e una cheesecake. Decisamente sopra la media. E poi un tè che concilia il sonno.
Insomma, viva i voli di linea!
Non vi dico com'era la postazione di prima classe...
Atterrata a Kathmandu, che di aeroporto internazionale ha un po' pochino, non si può non pensare di essere in Nepal o da quelle parti... I primi hangar visibili dalla pista sono della Buddha air e della Yeti aircraft...
Una volta fatta, a casa, la procedura presso l'immigration office on line, ottenere il visto in aeroporto è molto facile. Per un periodo tra i 30 e i 90 giorni, tassa di 100 dollari. Mi hanno fatto pagare 89 euro.
Arrivati pioveva, nel senso che faceva qualche goccia. Ha smesso subito. In compenso c'è un caldo umido notevole.
Mi organizzo subito con una sim nepalese e chiamo il driver che non si è palesato. Me l'hanno data gratis e non pago niente a chiamare... Mah, devo ancora capire se c'è un barbatrucco. Comunque non mi hanno chiesto credit cards quindi...
Trasporti
Innanzitutto la guida in Nepal è a sinistra , all'inglese. Quindi io non guiderò mai in Nepal.
Dire che il traffico è caotico è decisamente un complimento. Ognuno va dove vuole. Poche sono le auto private, sono soprattutto autobus, camion e scooter. Qui è il regno dello scooter, è sicuramente il mezzo di trasporto più usato. Se i passeggeri sono due, solo il guidatore ha il casco, quello dietro mai.
L'inquinamento è spaventoso; molti girano con una mascherina sulla faccia e stasera mi hanno consigliato di comprarne una. Sono nel regno dell'alta quota e dei territori quasi incontaminati e mi tocca comprare una maschera X lo smog!
Famiglia
La mia famiglia si trova in un quartiere che si chiama Pepsi Cola perché la c'è una fabbrica di Pepsi Cola. Le strade e i palazzi sono un po approssimativi, nel senso costruzioni incomplete, non intonacate, ma quasi tutti hanno sul tetto i pannelli solari. Qui non si vede l'effetto del terremoto di 3 anni fa.
In questa casa molto grande gira un sacco di gente. La donna/matrona/mamma, Kaja thpa, circa due nipoti grandi, due figli (credo) e un altro ragazzino (che è un altro nipote) che sgobba come un pazzo nei lavori di casa, e io credo sia qui proprio con questa funzione.
Certo che se il punto di partenza è uno stage legato ad Unicef e ai diritti dei bambini, vedere lo sfruttamento del lavoro minorile non è proprio l'obiettivo...
Eh, già, non vi ho ancora raccontato cosa sono venuta a fare in Nepal!
Lo scoprirete. Adesso sono stanca...
In questa casa adesso c'è una ragazza del sud della Cina che in tutto starà qui due settimane. in Cina studia accounting, che sembra essere una roba legata all'economia e alle banche. Al ritorno andrà a lavorare in un ufficio finanziario governativo.
Cibo
Stasera la prima cena. Piattone di riso con qualcosa che lo colorava e una frittata. Basta.
Non era male ma temo che sarà così tutte le sere... Vedremo.
23 luglio
Cibo_2
Colazione: patatine fritte, frittata è una specie di piadina che mangio da sola perché non so con cosa dovrei mangiarla... Ci sono già troppe uova nella mia dieta. Domani mi porto il mio barattolo di Nutella così la piadina acquista un senso.
Stasera riso con verdure, tra cui alcune raccolte nel campo a fianco che praticamente usano come pattumiera... Vabbe, diciamo che è cotto. Fortunatamente niente uova. Piatto unico e la cena è servita.
Trasporti_2
Questa mattina mi è venuta a prendere una ragazza e così ho provato l'esperienza di andare in giro in scooter per il quartiere. Ovviamente, essendo passeggera, senza casco. Mi dicono che qui non è obbligatorio X chi sta dietro.
Nepali lesson
Questa mattina ho conosciuto l'associazione per cui sono venuta a lavorare, la Volunteer Society Nepal, che a sua volta collabora con YearOut, associazione di Milano che mi ha permesso di partire X questa avventura.
L'accoglienza prevede i primi tre giorni lezione di Nepali e poi tour della città, soprattutto abbinata ai luoghi in cui loro lavorano: scuole, orfanotrofi, centri per le donne, centri per disabili, monasteri.
Il mio insegnante è un ragazzo di 17 anni, Lakpa Sonam Sherpa. Lakpa perché è nato di mercoledì e tutti quelli nati di mercoledì si chiamano così. Ogni giorno della settimana ha un nome. Qui si fa così. Sherpa perché il suo bisnonno, forse, era uno sherpa.
Adesso fa il college. Il sistema scolastico Nepalese prevede 3 anni di pre-primary, dai 6 anni la mid-school per 10 anni, due anni di college e poi l'università. Lakpa vorrebbe fare l'università nel campo informatico ma in Australia dove, dice, i nepalesi sono facilitati. In effetti le due sorelle della mia padrona di casa sono in Australia a studiare...
Ho imparato un po' di parole e qualche espressione utile, abbastanza per capire che non mi rimarrà in testa niente e non comunicherò mai in nepalese... Ma apprezzo lo sforzo che fanno X ambientare i volontari. Ne approfitto invece per chiedere un po' del Nepal, cosa vedere...
Lui mi vende soprattutto Thamel, che sembra una città incredibilmente viva e piena di turismo, tanto che i locali stanno incredibilmente aperti fino alle tre di notte. Qui con il buio c'è il coprifuoco e probabilmente escono solo donne di malaffare. Anche la associazione scoraggia l'uscita serale, non ho capito se per questione di "presunta immoralità " o perché realmente pericoloso. Il Nepal non mi sembra un posto pericoloso.
Calendario
Posso dire che qui in Nepal sto vivendo nel futuro. Siamo in fatti nel 2075 BS, che significa Bikram Shambat; i mesi sono sempre dodici ma strutturati in maniera diversa e i giorni della settimana sempre sette. Ogni calendario ha la doppia indicazione: quello Nepalese e il resto del mondo.
Il loro giorno di riposo/festa è il sabato; si lavora dalla domenica al venerdì.
Scuola#1
In Nepal a scuola molte materie, spesso tutte tranne il Nepali ovviamente, sono insegnate in inglese.
La scuola apre ad aprile, è chiusa a gennaio e febbraio. Non si capisce marzo che cosa succede...
Sembra esserci una impronta britannica: i ragazzi sono in divisa e ricevono molti certificate of achievement, cioè dei riconoscimenti se raggiungi obiettivi in una materia. Tipico british!
A proposito di scuola, ma questa volta cinese... Vedo vicino a casa mia un balcone decorato con la svastica. Cerco di commentare con la mia coinquilina cinema Neysa che in Europa quel simbolo ha decisamente tutto un altro significato. Parlo della seconda guerra mondiale e non sa di cosa sto parlando, figuriamoci chi è Hitler. Forse, mi dico, conosce di più Hiroshima e Nagasaki, almeno X vicinanza geografica, ma le parole bombe atomiche non le dicono niente... Ma cosa cavolo studiano in Cina?
Sono abbastanza allibita...
Tra parentesi, la svastica è appunto un simbolo religioso induista.
Buddha/induismo, stupa#1
Buddismo e induismo sono le due religioni prevalenti, secondo Lakpa la seconda più della prima. Oggi però siamo andati a visitare il tempio buddista più importante a Boudha, un quartiere di Kathmandu. Queste due religioni (anche se il buddismo non è una religione) convivono talmente tanto che in questo tempio convivono entrambe, viene usato da entrambi i credenti e trovi simboli sia di divinità induiste che le classiche ruote della preghiera.
Questa stupa aveva subito gravi danni nel terremoto, è stato ristrutturato grazie, credo, a molti interventi stranieri.
24 luglio
Nepali lesson_2
Continua la mia avventura con il Nepali. Diciamo che le frasi base hanno una certa logica nella sua costruzione, però...
La parola che più mi è piaciuta oggi è: ketaaketi. Le parole nepalesi si pronunciano quasi tutte o tutte con l'accento sull'ultima sillaba. Ketaa significa maschio, keti significa femmina e ketaaketi significa bambini. Bello, no?
Cibo_3
Oggi a pranzo ho provato una cosa che si chiama MoMo. È come vedere i ravioli al vapore cinese (che io adoro) ma fritti e un po più piccoli, sempre ripieni. Peccato che questi erano a dir poco ustionanti tanto da risultare immangiabili, e inoltre pieni di curcuma, una spezia che uso anche io con le verdure ma qui ad una tale quantità che si sentiva solo il sapore della spezia. Insomma, risultato non ho mangiato quasi niente e adesso ho una fame boia...
Questa mattina, colazione iniziata con la Nutella e meno male perché da mettere sul toast non c'era niente...
VSN
Oggi abbiamo visitato i posti in cui agisce la VSN, la volonteer society Nepal (VSN).
Prima siamo andati (dico siamo perché il gruppo è sempre composto dalla ns guida Lakpa e poi i 4 cinesi) allo Women Center, che fornisce soprattutto alfabetizzazione a quelle donne che da piccole non sono potute andare a scuola perché abitavano nei villaggi. Quindi studiano soprattutto il Nepali. Ho incontrato l'altro mio coinquilino, ragazzo giapponese di cui non ricordo il nome, che insegna inglese. Stamattina a colazione ho scoperto che ha abitato qualche anno in Svizzera e infatti è l'unico che conosce la Nutella.
Poi siamo andati alla CBIA school, l'istituto dove dovrei lavorare io. Ah, questa mattina ho conosciuto il suo principal, così ho iniziato a dirgli cosa vorrei fare. Abbiamo visto due strutture, una coi bambini della preprimary (carinissimi!!! Tutti in divisa nei loro piccoli banchi) e l'altra coi ragazzi/e dal grade 1 al grade 10.
Ogni scuola ha all'ingresso una guardia che controlla chi entra ed esce.
Infine siamo andati nel centro che si occupa di ragazzi disabili, ovviamente con delle attività misurate sulle loro difficoltà.
Thamel_1
Ultima tappa di oggi, il quartiere Thamel, il centro nevralgico dello shopping in Nepal. Si trovano una marea di negozi che vendono materiale X trekking, North Face sopra tutti. La mia guida (cartacea) dice che la maggior parte sono tarocchi. Oltre ad altri prodotti di produzione locale come gioielleria, pashmine in seta o kashmir e altre cose ancora, ovviamente souvenir vari. Mi sono fiondata in una libreria piena di cose interessanti...per ora mi sono guardata in giro ma ho chiamato questo capitolo _1 perché ci sarà sicuramente un due...
Trasporti_3
Ormai ho capito che girare KTM è un incubo... E mi sono messa il cuore in pace rispetto al poterla girare a piedi. Impossibile, troppo grande! Dovrò per forza adeguarmi con gli autobus (crowded) o in taxi (più costosi). Vedremo se arrivano le altre italiane così dividiamo la spesa... Il traffico è mostruoso e gli spostamenti diventano lunghissimi.
Trekking
Ah, oggi ho parlato con uno della VSN di cosa fare nella mia ultima settimana. Lui faceva la guida nei trekking, adesso li organizza. Mi ha dato dei consigli e mi sarà molto utile!
Monsoni_1
Oggi tornando in auto si è abbattuto sulla città un vero temporale, direi un monsone. A differenza degli altri giorni in cui era solo un fenomeno serale, oggi sta proseguendo da tutta la sera. Tornando in auto sotto la pioggia pensavo: almeno per un po' c'è un po' meno terra e un po' meno smog nell'aria.
Nel frattempo uno dei 4 cinesi con cui sto condividendo l'accoglienza mi ha regalato una mascherina. Grande regalo!
Vista notturna dal balcone di casa mia sul quartiere Pepsi cola (che si chiama così perché qui dietro c'è la fabbrica della Pepsi).
25 luglio
Oggi è San Giacomo, o meglio Santiago. Per una pellegrina come me, non si dimentica mai Santiago.Ultreya!
Nepali lesson_3
Ultima lezione di Nepali. Da adesso mi sento legittimata a non saperlo del tutto e siamo a posto così. Capisco qualche parola, dico qualche frase ma siamo molto lontani dal reggere una conversazione.
I cinesi oggi li hanno dati per dispersi, non ho capito che hanno fatto. Nel pomeriggio però si è aggiunta una volontaria olandese arrivata questa mattina. Ha avuto la mia stessa idea: prima lavoro poi trekking. Ha già le scarpe ai piedi, ma probabilmente per risparmiare spazio nella valigia...
Questa mattina ho anche parlato di nuovo col principal della scuola. Domattina ci vediamo e definiamo meglio. Lui mi vorrebbe mandare nella pre-primary dove c'è più bisogno. Very well!
Scuola#2
Ho scoperto che alle insegnanti non è richiesta né la laurea ma tantomeno alcun tipo di training. Finiscono gli studi e vanno a insegnare... Non ho capito se fanno degli studi nell'ambito dell'education.
Domani forse lo scopro.
Nella pre-primary i bambini, stessa età dei nostri bimbi della scuola dell'infanzia, già dai 4 anni sono molto scolarizzati. Quindi oltre ad essere in divisa siedono ai banchi e iniziano a fare matematica, Nepali, inglese e forse altro. A tutti gli effetti una scuola. Sembra che questa sia la richiesta dei genitori, renderli il prima possibile autonomi (questa è la mia ipotesi). Da noi l'obiettivo della scuola dell'infanzia e il gioco, per quanto educativo e finalizzato ad un qualche apprendimento. All'ultimo anno si fa qualcosa di pre matematica e di alfabetizzazione.
Stupa#2
Oggi ultimo tour prima di iniziare il lavoro. Obiettivo lo stupa di Syambhunath, su una collina che sovrasta KTM. È la più importante metà di pellegrinaggio buddista, dopo quella di Boudhanath che ho visitato l'altro giorno. Se però Boudhanath è situata in mezzo alla città e circondata di case, questa è in una posizione eccezionale perché sovrasta la vallata di KTM e presenta anche altri piccoli stupa oltre ad un monastero. Qui infatti c'era o c'è la più grande comunità di esiliati tibetani dopo che la Cina ha iniziato ad occupare il Tibet a partire dal 1950. Attorno allo stupa, come in ogni luogo di culto, la solita vendita di chincaglieria.
Viene anche chiamato il tempio delle scimmie perché si incontrano questi animali in giro X lo stupa. Innocue e non fastidiose.
Se non ci fosse il solito cielo nuvoloso, si potrebbe anche vedere la catena dell'himalaya... Peccato...
Il Post della sera
Credo che i bambini di casa si stiano impossessando della mia Nutella. Chiederò rifornimenti alle prossime volontarie italiane.
I monsoni stanno diventando un abitudine quotidiana.
Il movimento di volontari che si muovono verso il Nepal non è da sottovalutare; finora: Italia, Cina, Giappone, Olanda. Vince la Cina, del resto sono un po' di più...
Meno male che riesco a rifornirmi di eBook dal mio pusher Carlo. Grazie Carlo, che mi fai risparmiare un sacco di soldi!
Non sapevo se stupa fosse maschile e femminile. Ho dovuto cercare su internet e così ho corretto il blog. È maschile.
C'è già un sacco di cibo che inizia a mancarmi: pane, pizza, pasta in primis e frutta.
26 luglio
Scuola#3
Primo giorno di scuola.
Devo dire che l'associazione non è proprio coordinatissima... Prima sono andata alla pre-primary e sono rimasta un po' in una classe a fare inglese. Qui sono rimasta poco perché avevo un appuntamento alla mid-school ma abbastanza X sentire i bambini urlare (e quando dico urlare, dico URLARE) lo spelling delle parole inglesi e per concordare con la maestra che sarei venuta il giorno dopo, cioè domani, all'apertura, cioè alle 10. Sì, la scuola qui inizia in un orario che va dalle 9.30 alle 10.
Sono quindi andata alla mid- school dove ho conosciuto una giovane insegnante di 25 anni di inglese e social studies (che corrisponde alla nostra storia, geografia, educazione civica). Praticamente l'ho seguita tutto il giorno durante le sue lezioni, così ho conosciuto molte classi, dai 12 ai 16 anni circa.
Mi sembra carina e interessata a collaborare con me. Le ho chiarito subito che non sono qui a insegnarle niente anche se oggi le ho dato un suggerimento. Mi sembra che la lezione sia spesso basata sul ripetere tutti assieme la lezione, senza avere la percezione del singolo e senza lasciare alcuna traccia sul quaderno. Della serie: scripta manent, verba volant. I miei alunni se non scrivono, non fissano niente. Ma questa è giusto una prima impressione.
Oggi è una giornata un po' particolare perché tutta la scuola sta preparando la giornata di domani che è la giornata del professore. Ci saranno quindi canti, balli, concorsi di disegno and so on. Ci saranno inoltre alcuni studenti che hanno preparato degli speech su tre topic; ne so solo due: il valore del tempo e perché ottenere a scuola buoni risultati. Oggi ne ho ascoltati alcuni.
Rispetto al valore del tempo, ho sentito dei discorsi molto interessanti, soprattutto se fatti da ragazzi di 14 anni che vivono in un paese dove i tempi non mi sembrano così costretti e angosciati, si va a scuola alle 10 (non dico che siamo come in Africa perché lì è la patria del "non sta scritto da nessuna parte che bisogna fare una cosa a quella ora") ma siamo ben lontani dai ritmi europei. Comunque molto apprezzabile il lavoro!
Domani le ragazze saranno vestite con dei "cultural dress" con cui faranno anche delle danze e dei canti. Anche i ragazzi balleranno ma non con abiti tradizionali.
Scuola#4
Parliamo di una cosa per cui vale la pena aprire un altro capitolo.
Nel primo pomeriggio noto che la mia prof, quando un ragazzo non esegue un compito, dà una sberla sulla schiena oppure due colpi di penna sulla testa. Ma mi rendo conto che non è un gesto casuale perché quando i ragazzi sanno di avere sbagliato porgono la schiena o la testa. Nel pomeriggio, quando mi fermo nel periodo extra-school, cioè quello in cui alcuni studenti stanno a scuola a fare i compiti perché non possono tornare a casa o a casa nessuno li può seguire, compare nella mano della mia prof un righello di legno che usa appunto X aggiustare qualche "lazzarone".
Mi informo, con delicatezza. Mi dice molto tranquillamente che qui è permesso, anzi le famiglie se lo aspettano e lo chiedono. E in Italia? Dico che è assolutamente proibito dalla legge, da noi come in Europa. Comunque non si pone il problema, così è e così si fa. E ride...
Scuola#5
Ma avete idea di cosa vuol dire girare per una scuola ed entrare in una classe di ragazzi dagli 8 ai 16 anni che non hanno (NESSUNO) il cellulare?!
Oggi ho pranzato col mio coinquilino giapponese che mi ha detto che in Japan portare il cellulare a scuola è vietato e se vieni beccato, sequestro.
Se volessimo guardare quello che ho scritto al #4, potremmo dire che mi hanno catapultato indietro nel tempo di 50 anni. Oggi però ho senitito parlare in classe di discriminazioni di genere e ho visto appeso nelle classi lavori sulla discriminazione delle caste, sull'iniquità che mi hanno stupito.
Altra cosa che mi piace, in giro per la scuola sono appesi dei cartelli su cui ci sono scritte delle frasi. Ve ne propongo alcune.
Il Post di stasera è dedicato a Nadia che mi fa un sacco di domande su whatsapp, cercherò di rispondere.
Indosso la mascherina Quando sto in messo al traffico. Oggi ho camminato solo nel quartiere, quindi no. Mi dà fastidio.
Sulla strada trovi frutta da comprare, più o meno, ma poi la dovresti lavare con l'acqua minerale perché quella del rubinetto non è potabile. Come direbbero i mie alunni, troppo sbatti...
La gente parla abbastanza l'inglese, lo insegnano a scuola ormai da molti anni. Devi trovare uno non scolarizzato. Il problema è che non sempre è chiaro quello che vogliono dire.
Esempio con la cinese mia coinquilina, anche se in Cina lo parlano molto peggio. Domani torna in Cina e mi dice che prima di partire mi vuole dare del bondage... Io penso alla pratica sadomaso ma non penso me lo stia proponendo (fortunatamente). Poi mi indica il dito e capisco che sta parlando di donarmi band-aid... Meno male! A proposito di first aid la cinese mi ha dato una cosa fighissima, ma vi faccio la sorpresa quando torno! Mai visto!
Non ho ancora visto macerie. Le case sono in ottimo stato, ce ne sono molte in costruzione, ma il terremoto non c'entra. Forse la parte più danneggiata è stata quella dei vecchi templi, la parte più storica che non ho ancora visto. L'Aquila che ho visitato l'anno scorso appare decisamente come una città che sta ancora uscendo dal terremoto. Tra l'altro qualche giorno fa c'è stata una scossa di M4.8 nello stesso epicentro del 2015. Qui non si è sentita. Ti dirò.
Povertà nella media, ci sono i mendicanti come in qualunque grande città (io non ne ho mai visti così tanti come a Parigi). Gli altri sembrano affaccendati. Si vedono però donne con bambini piccoli. Mediamente nelle nostre città i bambini sono spariti, almeno da quando la polizia locale è più attenta a queste cose. Non mi è ancora chiaro quanto sia valido ancora il sistema delle caste.
27 luglio
Scuola#6
Oggi è il fatidico giorno del teacher's day. Ma prima vado un paio d'ore alla pre-primary school a fare inglese. La maestra che mi ha preso in simpatia oggi mi ha fatto anche fare un pezzo di lezione e poi ho corretto i compiti dei bambini. Stiamo parlando di bambini di 5/6 anni che, come ho già detto, vengono scolarizzati anticipatamente rispetto ai nostri. Questa maestra è proprio contenta di avermi tra i piedi, quella in cui sono andata l'ora successiva non so...
Poi mi sono trasferita nella mid-school dove sono iniziati i festeggiamenti in onore dei teachers.
La festa è stata molto carina, a parte qualche problema tecnico con la musica e forse l'eccessiva lunghezza... Va bene sentiire gli speech dei ragazz*, fortunatamente al mattino, ma le danze erano un po' tante, forse le etnie qui in Nepal sono un po' troppe...
I cultural dress erano veramente notevoli, diversi e -appunto- tanti, segno che le etnie presenti in questo paese sono innumerevoli. In effetti gli studenti passano dall'asiatico stile mongolo, all'asiatico più chiaro e più cinese, all'asiatico più scuro senza occhi a mandorla che sembra quasi africano, all'asiatico molto scuro stile Bangladesh, all'asiatico più chiaro quasi caucasico.
Guardate questa foto. A sinistra abbiamo un bambino che per colore, occhi e capelli potrebbe essere africano. Quello in mezzo è decisamente di etnia mongola. Quello a destra potrebbe essere caucasico.
Tra l'altro questi tre ragazzini, della classe grade 5, sono i miei preferiti. Ieri pomeriggio erano nell'extra-school con me e provavano in classe il loro balletto. Tenerissimi!
Lo spettacolo è stato completamente gestito dagli studenti, soprattutto da un gruppo di ragazze.
Alle danze tradizionali si sono uniti anche dei pseudorokkettari e anche dei rap.
Ad un certo punto, mi sembra di intuire che l'insegnante con cui collaboro mi sta chiamando su palco. E cosi è. Mi presenta come ospite e mi tocca anche improvvisare un discorso!!!
Ma non è finita. Quando chiamano tutti gli insegnanti sul palco, vengo coinvolta anche io. E quindi in quanto insegnante vengo "benedetta" con una mistura di riso e colore rosso da mettere in mezzo alla fronte, mi viene offerto un cucchiaio di yogurt e messa al collo una sciarpa di seta.
Come vedete dal selfie qui sotto con delle colleghe il pastrocchio fa un po' schifio però come accoglienza, non è male!
Partenze e arrivi_1
Questa mattina è partita la ragazza cinese e in cambio, qui in casa, ne sono arrivati altri due, ragazzi cinesi, solo per una settimana.
Oggi a pranzo ho incontrato di nuovo la ragazza olandese e Virginia, arrivata oggi, che avevo conosciuto al meeting di Yearout. Non so quanto la vedrò perché lei a breve dovrebbe trasferirsi a Pokhara.
28 luglio
Oggi è sabato e la scuola è chiusa, quindi giorno libero in cui posso fare la turista. Giornata dedicata all'UNESCO.
La prima scelta è una gita fuori porta, Bhaktapur, la città dei devoti. Si trova a 15 km da KTM e visto che non mi sono ancora orientata coi bus cerco un taxi, contratto il prezzo e mi faccio portare. Per il ritorno proverò a capire come funzionano, così, per risparmiare... Il taxi mi lascia proprio davanti alla biglietteria; da lì in poi si può andare solo a piedi anche se una volta dentro le moto viaggiano senza problemi. Questa città è stata anticamente la capitale; fondata nel IX secolo ha come tutte le città qui in Nepal una Durbar square attorno a cui ruota tutta la vita della città. È un sito del world heritage dell'UNESCO dal 1979. E come tutte le città è stata praticamente ricostruita dopo il tremendo terremoto del 1934 e adesso invece ha evidenti i segni del terremoto del 2015. Ci sono molti palazzi puntellati, alcuni non ci sono più perché collassati su se stessi e alcune zone ancora recintate perché presentano macerie. Da quando sono arrivata è la prima volta che vedo gli effetti dell'ultimo sisma.
La giornata inizia fin dal mattino con un monsone persistente e infatti il primo giro per la città lo faccio sotto la pioggia battente. A metà mattina spiove, il cielo si apre e arriva il caldo afoso e il sole; e così rifaccio un secondo giro. Vedrete la differenza nelle foto.
Da visitare ovviamente ci sono molti templi. Il più famoso è il tempio di Nyatapola, il più alto del Nepal, 5 piani per trenta metri, dedicato ad una misteriosa dea tantrica.
La caratteristica di questi edifici sono gli intarsi nel legno, di cui sono ricchissimi i sottotetti, le travi, le persiane delle case, porte e portoni. Si vedono animali e divinità o antropomorfe o con sembianze di animali.
Mi perdo nelle viuzze di questo gioiello di paese, tra i negozietti, ovviamente molti per i turisti con i prodotti della zona e in particolare pashmine di kashmir di pecora himalayana, prodotti fatti in legno oppure di terracotta, anche questa molto diffusa e usata nelle decorazioni delle costruzioni. Si vedono ovviamente i nepalesi che dedicano la giornata a portare le loro offerte ai loro dei o a curarne gli altari e decorarli con fiori e colori (sono quasi sempre colorate di rosso le statue degli dei).
Qui c'è una piazza che si chiama pottery square dove, appunto, lavorano la ceramica e c'è un forno comune dove viene cotta. È bello vedere ancora il vero lavoro manuale e non quello che ti vendono come artigianale e poi giri e vedi scritto "Made in china".
Il sole permette di intravedere anche le colline circostanti, ricchissime di vegetazione. Le cime più alte invece sono sempre coperte da grossi nuvoloni. Riuscirò a vedere la catena dell'himalaya prima di andarmene?
Una volta finito il secondo giro col sole decido di lasciare la città e di avventurarmi verso la fermata dell'autobus. Arrivata a destinazione trovò un bus non troppo affollato, chiedo conferma che va verso KTM e salgo. La destinazione è sempre Durbar square, questa volta della capitale. Da lì mi addentro nelle vie del quartiere, un negozio dopo l'altro ogni tanto intervallato da qualche altare o piccolo tempio e ad un certo punto mi ritrovo senza volerlo all'ingresso del secondo world heritage di oggi, il centro storico di KTM, Hanuman-dhoka Durbar square, costruito tra il 12esimo e il 18esimo secolo, dove viveva il re fino alla fine della monarchia, cioè pochi anni fa.
Adesso è un museo a cielo aperto, colpito però anche questo dal sisma. Molti palazzi puntellati, molti crollati. La sensazione è la stessa avuta un anno fa quando visitai L'Aquila. Un patrimonio colpito dalla natura e che l'uomo sta cercando di rimettere in sesto. Qui sta intervenendo la grande madre Cina con finanziamenti che passano sotto il nome di China aid. Non posso non chiedermi cosa vorrà in cambio la Cina dal Nepal. Il biglietto mi dà diritto ad entrare di nuovo nel sito grazie ad un pass che mi hanno fatto, quindi faccio solo una passeggiata esplorativa. La prossima volta deciderò cosa visitare meglio.
Ormai pratica di bus, raggiungo la zona da cui partono gli autobus cittadini e chiedo a tutti i bus in fila "Pepsi cola?", che è il nome del quartiere in cui vivo. Dopo una quindicina di no, trovo il mio, affronto il traffico serale e torno a casa.
Trasporti_4
Qui i bus funzionano così: partono quando sono abbastanza pieni, fanno tutte le fermate perché l'obiettivo è riempirlo il più possibile. Per questo c'è un tizio sulla porta che urla le stazioni effettuate, ovviamente in Nepali, e raccoglie i soldi. A lui ogni tanto devi ricordare dove devi scendere. Si parte quando si parte e si arriva quando si arriva. Ogni tanto l'autista decide che ti sei seduta sui sedili degli uomini e ti fa spostare dall'altra parte. Gli autobus sono molto affollati, la gente qui non ha un'auto, al massimo una due ruote. Non è raro vedere una coppia viaggiare su una moto con in mezzo un bambino anche molto piccolo o addirittura due. Viva la sicurezza!
Comunque oggi tra negozi, ristoranti, bus e altro ho capito che, nonostante studino l'inglese fin da piccoli, i nepalesi lo capiscono veramente poco e lo parlano quasi zero. Analfabetismo di ritorno?
Non è la luna rossa di ieri sera, perché era cloudy, ma è quella di stasera, fotografata dal mio nuovo amico cinese.
Dalla Cina con furore
Dopo cena, chiacchierata interessante con Jiang, uno dei due ragazzi cinesi coinquilini. Ha un'opinione grandissima del suo paese e pensa che noi europei viviamo i cinesi come un nemico. Ovviamente no ma cerco di spiegare come noi "western people" viviamo questo "socialismo alla cinese", come viviamo i cinesi che sono in Italia, come temiamo la Cina anche se non ci vuole fare la guerra, come vediamo la contrapposizione Cina-USA. A differenza degli USA che considerano già sviluppati, lui considera la Cina ancora un paese in via di sviluppo e che deve raggiungere ancora tutti i suoi obiettivi.
Il Post della sera
Prima di andare a dormire vi sottopongo le domande più usuali che mi fanno qui.
Innanzitutto da che paese provengo. È sempre la prima domanda. A differenza che in altri paesi dove la reazione era Berlusconi, un po' di anni fa, oppure un elenco di città d'arte. L'ultima volta in un rifugio mi hanno detto Salvini. Erano aggiornati. Qui al massimo ti dicono "ah!". Quasi sempre sorridono. A scuola invece gli studenti, maschi, mi dicono "Buffon". Tutti.
Poi mi chiedono se viaggio sola. Così come i ragazzi a scuola (qui come in Italia) mi chiedono sempre se sono sposata, qui (in Italia solo a sprazzi) una donna non si può non sposare, la donna single non esiste. Ergo nessuna donna viaggia sola.
Basta, la loro curiosità si chiude qui. Oggi ho capito: non è che non sono curiosi, è che non sanno conversare in inglese.
29 luglio
Scuola#7
Oggi è domenica e ricomincia la settimana lavorativa e scolastica. Come da alche giorno passo le prime due ore, dalle 10 alle 12 con una classe della pre-primary a fare inglese (assieme alla loro insegnante). Oggi ho fato anche un po' di matematica. Ormai i bambini si stanno abituando a me, mi fanno correggere i loro quaderni e sembrano contenti di avermi tra i piedi, così anche l'insegnante. Ho fatto di nuovo notare alla maestra che far ripetere la lezione o rispondere tutti assieme alle sue domande con un grande coro perde un sacco di informazioni sui singoli che sono più deboli, che non si capisce se capiscono (anzi, io li vedo quelli che non capiscono o semplicemente si perdono nel frastuono) e quindi li perdi per strada.
La domenica è il giorno in cui le maestre controllano che le unghie siano tagliate e i capelli raccolti.
Poi sono andata alla mid- school con la mia solita insegnante. Anche con lei mi sto ambientando e quindi anche in classe intervengo con gli studenti e propongon attività.
Forse settimana prossima parte il programma di training con gli insegnanti ma io ho detto alla associazione che serve la collaborazione degli insegnanti, altrimenti non funziona... Questa secondo me è una pecca della struttura: non sembra esserci molto coordinamento tra la associazione di volontariato e la scuola e non si capisce quanto i docenti siano stati coinvolti nel progetto.
Il Post della sera
D'ora in poi credo che il mio blog sarà un po' più leggero, sintetico. Vi ho abituati troppo bene in questa prima settimana e ho scritto molto. Le mie giornate dovrebbero svolgersi in maniera un po' più abitudinaria, tranne il sabato, quando mi concedo di fare la turista.
I cambiamenti saranno i turn over dei volontari (domani parte dopo un mese il giapponese).
Il cibo non cambierà, purtroppo. Il tempo nemmeno.
30 luglio
Il Post della sera
Oggi ho fatto scrivere a scuola agli studenti quali sogni hanno per il loro futuro. Quasi tutti i maschi vorrebbero diventare calciatori famosi. I loro modelli sono tutti calciatori europei.
Qualcuno ha scritto che vorrebbe diventare un uomo d'affari che inventa qualcosa (e diventa ricco) come Bill Gates, per poi usare quei soldi per aiutare i poveri
Molti, veramente molti, maschi e femmine, scrivono che vogliono solo rendere orgogliosi i propri genitori, che possano andare in giro a testa alta (head up). Mi ha molto colpito.
Stasera la padrona di casa ci ha lasciato senza cena perché oggi era impegnata ad andare in giro per templi, Accendere incenso, pregare e non so cos'altro. Così stasera ho cucinato la pasta e il pesto che avevo in valigia. I nepalesi non sembrano apprezzare molto questo gusto, il mio amico giapponese Kazuki invece sembra il bambino più felice del mondo e dice che è la cena migliore mangiata qui in Nepal.
Ogni volta che un volontario parte lascia agli altri gli avanzi di prodotti che non usa più. La foto di oggi è dedicata alle cose lasciatemi dalla ragazza cinese ma soprattutto da Kazuki. Tutti o quasi prodotti Cino-giappo: disinfettanti, salviettine umidificate e maschere per il viso, carta igienica con panda.
Dovrebbe essere arrivata dall'Italia la mia scorta di Nutella. Oggi ho incrociato 4 nuovi volontari italiani arrivati ieri ma ero di fretta. Devo recuperarla! Adesso anche i ragazzi cinesi l'hanno scoperta!
1 agosto Anche qui è iniziato l'agosto e mentre leggo in Italia il caldo tropicale, qui oggi è una delle giornate più monsoniche da quando sono arrivata. Da questo pomeriggio piove senza sosta, mentre di solito si concedeva qualche interruzione soleggiata.
A scuola ormai sono diventata una presenza costante, hanno quasi imparato il mio nome e capito che sono italiana. Continuano ad associarmi quindi a Buffon. Oggi ho fatto in modo che la pizza non comparisse nel loro elenco del junk food. Anche gli altri insegnanti, dopo un iniziale momento di diffidenza, sembra si stiano un po' sciogliendo. Nel pomeriggio mi sono ritrovata a bere il tè nella canteen della scuola con alcune colleghe. Qui ho scoperto che secondo loro abbiamo il naso lungo ma che siamo un popolo con una forte personalità (detto da una che ha vissuto sei mesi a Roma). Oggi ho preso una decisione rispetto al mio look, ovviamente di ispirazione nepalese. Ma non preoccupatevi.
Ho perso invece completamente di vista le altre volontarie italiane. Hanno la mia Nutella...
2 agosto
Cibo_4
Inizio ad avere qualche contraccolpo rispetto al cibo. Non ce la faccio più a mangiare sempre le stesse cose. Inizierò a modificare almeno la colazione; ho comprato dei biscotti e così al mattino farò un semplice tè e biscotti e non più le solite erbette con patate. Quando sento odore di cibo spesso mi viene la nausea e ho decisamente perso l'appetito. Ieri sera invece del solito riso con le solite verdure e il solito sughetto, mi sono fatta dare del riso in bianco che ho condito con un dubbio olio. Insomma, tirare la fine di questa vacanza dal punto di vista dell'alimentazione sarà dura...
3 agosto
Partenze e arrivi_2
Questa mattina sono partiti i due cinesi. Ieri sera chiacchierata fiume con uno di loro, quello con cui ho legato, su Cina, Europa, politica, università, famiglia, democrazia. Ad esempio lui preferisce che in Cina ci sia il partito unico così come l'idea che il partito e quindi lo stato decida per il popolo. Ha una grandissima fiducia nel suo paese, pur ammettendo la grande corruzione, la differenza di vita e reddito tra la zona costiera (più ricca, industrializzata, ecc) e la parte interna del paese così arretrata. Lui è riuscito ad entrare in una delle migliori università cinesi e giustamente ne è molto orgoglioso; ha comunque l'idea che il mondo è grande ed è anche al di fuori della Cina, infatti vorrebbe studiare anche all'estero o lavorare all'estero. La prima scelta, la Svezia.
Mi ha colpito quando ha detto che il primo valore cinese è l'amicizia, ancora più della famiglia.
Oggi in casa sono arrivati tre italiani, qui da una settimana a KTM e anche loro già stufi del cibo...
Credo che ci incontreremo qui in casa X una settimana. All'inizio sembrano starsene un po' per i fatti loro; adesso sto iniziando a conoscerli, soprattutto Francesca. Il ragazzo è di Roma, le due ragazze di Udine.
Scuola#8
Oggi è venerdì e nella preprimary i bambini non vengono a scuola in divisa perché è l'ultimo giorno della settimana. Alcune bambine sono vestite come fosse l'ultimo dell'anno, molte hanno la matita sugli occhi (non so come si chiama, non sono un'esperta di make up), disegnato un punto nero sulla fronte e alcune il rossetto.
Oltre a correggere i compiti fatti in classe (i bambini non vedono l'ora che io metta lo smile sul loro quaderno; oggi che il compito era sui mezzi di trasporto ad ognuno ho fatto un disegnino di un camion, moto, bicicletta, auto, scuolabus, truck, ecc. in fondo alla pagina), mi sono presa in carico i bambini più deboli della classe, quelli che fanno molta fatica e non riescono a tenere il ritmo della classe.
4 agosto
La prima destinazione di questa giornata libera è Patan, poco a sud di KTM ma è comunque un'altra città. Ormai i bus non hanno segreti per me e grazie ai suggerimenti della collega non ho problemi a trovare quello giusto; avrò qualche problema a trovare la fermata giusta... E dopo circa un quarto d'ora di cammino giungo a Patan. L'altro suo nome è Lalitpur, cioè città della bellezza; è stata anche capitale del paese in tempi molto antichi. È considerata una città prevalentemente buddista, forse la più antica. Le prime tracce sembrano risalire al III secolo a.C. Come KTM e le altre città importanti della vallata la sua storia e la sua gloria sono legate alla famiglia reale Malla che ha governato qui per molti secoli, lasciando le sue impronte artistiche e architettoniche. Molte delle stupe, dei templi o dei reperti archeologici che ho visto nei musei risalgono circa ad un periodo tra il '400 e il '600, anche se molti edifici sono stati ricostruiti nell'800 o dopo il già citato terremoto del 1934.
L'architettura della vallata è denominata newar ed è caratterizzata dall'uso della terracotta e del legno intarsiato.
Anche se come a Bhaktapur paghi un biglietto per entrare nella zona pedonale, qui è tutto molto più caotico; la parte pedonale, che parte sempre da una piazza che si chiama Durbar square, è molto ridotta e orientarsi è un casino, nonostante la città sia strutturata su due assi: nord-sud ed est-ovest.
Anche qui purtroppo molti edifici puntellati e pericolanti per il terremoto. Qui compare invece l'aiuto del Giappone.
Dopo aver visto il bellissimo Palazzo Reale con annesso museo...
rinuncio ad orientarmi e decido di perdermi per la città, molto fangosa e piena di due ruote nonostante le vie molto strette. Ogni tanto mi infilo in qualche cortile dove trovo la solita moltitudine di altari dedicati alle innumerevoli versioni del Buddha o alle miriadi di divinità indù. Come ho già detto qui coesistono senza alcun problema e si condividono anche gli spazi di culto, a differenza di poco lontano da qui dove due paesi nucleari spesso sono ad un passo da una vera guerra perché l'uno è indù e vuole espellere i musulmani (l'India) e l'altro è musulmano e vuole buttare fuori gli indù (il Pakistan). In questa foto ad esempio potete vedere una illustrazione che espone il modo di porre le mani sia dei buddisti che degli induisti.
Sono sempre presenti offerte davanti a questi altari sotto forma di fiori e cibo. E poi colori, colori, colori... I vestiti, le statue, le collane, i bracciali, i fiori...
Devo invece ancora capire perché ogni piccolo o grande tempio ha sulla facciata uno specchio. Come a dire: guardati dentro prima di guardare dio? Oppure guardare dio è come guardarti dentro?
La seconda meta fondamentale di Patan è il tempio d'oro, XII secolo, poi ricostruito. Qui molti templi vengono definiti "d'oro" ma l'oro non c'è mai stato. È sempre bronzo.
Dopo essermi persa ancora un po' decido di tornare verso KTM. Credo di aver preso un bus verso una destinazione poi invece mi rendo conto che siamo da un'altra parte (incredibile! Mi oriento sulla cartina di KTM); allora decido di visitare l'ultimo sito UNESCO che mi manca della vallata e in effetti faccio la scelta giusta. È il tempio di Pashupatinah. Questo invece è il tempio indù più importante del Nepal ma io onestamente non riesco molto a distinguerli perché vedo simboli di entrambe le religioni. L'entrata è caratterizzata da molte bancarelle che vendono tutto ciò che serve per fare un'offerta agli dei. Inoltre ci sono molte tende dove delle specie di predicatori parlano per chi li ascolta. Tutto il complesso è costruito sulla sponda del fiume Bagmati che attraversa KTM.
Questo è il tempio della vita e della morte: è un tempio dedicato alla fertilità, quindi alla vita, ma qui vengono anche a bruciare i morti. Salendo su una lunga scalinata, attraverso quello che potrebbe essere un nostro cimitero seminato di cappelle, solo che all'interno non ci sono i corpi ma le divinità. Tra le "cappelle" ci sono molte scimmie.
Ridiscendo dalla scalinata e arrivo sul Bagmati. Su un lato ci sono un po' di pire che bruciano, davanti ci sono delle scalinate dove siedono i parenti. Vedo che stanno lavando nel fiume un corpo, prima che venga bruciato; i piedi devono restare nell'acqua. Le ceneri poi verranno buttate nel fiume. Uscendo incrocio un corteo funebre di donne che stanno piangendo.
Mi faccio un po' di remore a fotografare una pira, poi però non ce la faccio e "rubo" la foto di una pira.
Me ne vado con l'idea che questo popolo viva la morte come vive la vita, con molta pace e serenità. Da quando sono qui non ho mai visto nessuno litigare, alzare la voce, prendersela con qualcuno; anche l'uso smisurato del clacson nel traffico non è un gesto di aggressività ma è solo un modo di dire: sto arrivando, fammi spazio. Non è mai accompagnato da gestacci, insulti et similia.
Direi che con oggi si conclude (sicuramente parzialmente ) il mio viaggio nella cultura nepalese rappresentata da templi, stupa, induisti, buddisti, musei, ecc. Con Kathmandu, Bhaktapur e Patan ho visitato le tre città gloriose e storiche della valle di KTM, governate dalla casa reale dei Malla tra il 12 e il 18 secolo, che hanno impreziosito questi luoghi grazie all"abilità di artigiani e artisti.
Adesso ho bisogno di vedere un po' di natura, montagne, paesaggi e quello che rende altrettanto affascinante questo paese.
7 agosto
Scuola#9
Mentre prosegue la mia esperienza nella scuola nepalese, emergono le mie perplessità rispetto ad alcuni metodi di insegnamento adottati qui. Dopo un po' di peregrinare tra scuola, ufficio dell'associazione, svariati colloqui con il principal, oggi sono riuscita a scucire un incontro di training con le insegnanti della pre-primary. Qui emerge la pecca su cui regge questo programma di collaborazione tra l'associazione di volontari e la scuola. Non si può pensare di introdurre un volontario in una classe senza che non ci sia dietro un progetto costruito ASSIEME dalla scuola e dalla associazione, a cui gli insegnanti aderiscono. Non a casa questo incontro è avvenuto dopo due settimane e mezzo che sono qui e non avrà seguito. La resistenza è tanta.
Ho cercato comunque di passare qualche concetto per me fondamentale (non solo per me ma per una didattica che vada al di là dell'insegnamento frontale in voga fino a 50 anni fa, forse):
- gli studenti sono tutti uguali ma non tutti hanno bisogno delle stesse cose;
- il loro insegnamento è focalizzato sul gruppo e perde di vista l'individualità;
- perdono di vista i bambini più deboli;
- i bambini non raccontano mai di se' e della loro vita e non imparano a parlare di se';
- così come non imparano ad ascoltare (non sono ad es. abituati a sentire l'insegnante che racconta loro una storia);
- ci sono poche regole.
La loro "difesa" , se così si può dire, è che non hanno tempo e i bambini sono troppi (nella mia sono 32). Ho detto loro di provarci, che è adesso l'età in cui l'educazione può fare certe cose coi bambini; dopo è troppo tardi.
Vediamo... Sono un po' pessimista ma vediamo...
E non ho tirato fuori la questione delle punizioni corporali perché so che è una battaglia persa. Le famiglie si lamentano se ciò non avviene. Me l'ha confermato un'altra volontaria olandese. Le ho detto che quello che possiamo fare è far vedere che si può educare senza sberle, anche se dopo di noi tutto va avanti come al solito. Ma come dico sempre io: noi non possiamo cambiare il mondo ma mostrare modelli educativi diversi.
Intanto io proseguo il mio lavoro con le due insegnanti a cui ormai sono affiliata. Invece di piantare i miei semi in tutta la piantagione, lo farò solo nel mio orto.
9 agosto
Il Post della sera
Oggi ho chiesto agli induisti di casa e non mi hanno saputo dire perché c'è sempre uno specchio fuori dai templi; anzi, mi hanno detto che non c'è una motivazione religiosa o un messaggio.
Domani finisce la settimana e finalmente si scappa da questa città che io ormai considero infernale e si va veramente fuori porta, lontano dallo smog, dal caos, dal traffico. Per ora però non vi svelo niente. Sorpresa. Dico solo che sono coi miei tre coinquilini e un'altra volontaria.
Sto organizzando la mia settimana di vera vacanza. Finalmente, trekking. Ma anche qui non vi anticipo niente.
A scuola sto cercando di ampliare il mio orto, con il beneplacito del principal.
10 agosto
Oggi è venerdì ed è l'ultimo giorno della settimana lavorativo. Si parte quindi, coi miei tre coinquilini, Francesca, Martina e Jacopo e un'altra volontaria, Giulia, alla volta di Nagarkot. È un villaggio a 30 km circa da KTM, in direzione nord-est; la distanza sembra poca ma qui veniamo catapultati in un altro mondo. Siamo a duemila metri e per raggiungere questo villaggio dobbiamo affrontare una strada completamente sterrata e, quindi, in questo periodo fangosa. Attraversa la la vallata di KTM e dopo aver superato Bhaktapur ci si inerpica sulla montagna. Il nostro piccolo van fatica non poco a superare alcuni punti e i più o meno piccoli smottamenti sulla strada sono innumerevoli. Un'ora e mezza di viaggio per 30 km rende l'idea della strada impervia... Lungo il tragitto si vedono tantissimi terrazzamenti, la foresta che si mescola con le nuvole e sotto KTM. Il villaggio ci stupisce assai perché è pieno di gente, costituito da moltissimi alberghi ma inserito nel mezzo di una foresta. Stasera l'umidità è tanta e le nuvole basse. È una stazione turistica anche per i nepalesi e oggi anche per loro inizia il we.
Siamo venuti fin qui perché dicono che sia il miglior punto panoramico per vedere l'Himalaya. Quindi domattina sveglia all'alba e speriamo che il cielo non sia tanto cloudy.
11 agosto
Anche questa volta la gita fuori porta non ha deluso. Anche se la catena dell'Himalaya è sempre rimasta nascosta dalle nubi, questo villaggio e soprattutto i suoi dintorni ci hanno riservato un po' di meraviglie.
Una volta fatta la colazione e concordato con l'albergo il van X il ritorno, seguiamo un percorso panoramico che si addentra per la foresta che circonda questo villaggio. Fortunatamente ha smesso di piovere e soprattutto il cielo muta continuamente il suo aspetto, aprendo e chiudendosi al sole. Il caldo e l'umidità sono notevoli, il sentiero a tratti è ripido e solcato dall'acqua; la segnaletica inesistente e quindi ci affidiamo ad una piantina trovata su un pannello a inizio percorso oppure ai locali, che però non conoscono per niente i sentieri che non sembrano frequentare.
La vegetazione è decisamente diversa da quella alpina, ma non chiedetemi gli alberi che vedo... Fiori invece, pochi. Ogni tanto sbuchiamo su qualche altura panoramica oppure si apre qualche spiraglio nella foresta e si intravede la valle sottostante, si vedono le case sparse, i terrazzamenti delle coltivazioni di riso, la strada carrozzabile che collega vari resort o villaggi sparsi nella valle e molti alberghi ancora in costruzione. Stanno decisamente investendo su questo territorio.
La camminata, durata tre ore per circa 12 km., ha provato alcuni miei compagni di viaggio e quindi ci fermiamo a mangiare su una bellissima terrazza panoramica, anche se la cena di ieri sera ci ha veramente deluso. Siamo tutti ormai alla frutta rispetto al cibo nepalese...Ora ci aspetta il van che ci riporta a KTM.
Fortunatamente scendiamo per un'altra strada ed evitiamo il fango. Mi ero già vista partire X la tangente alla prima frenata in curva... Stanotte ha piovuto veramente tanto...
Bellissimo we condiviso coi colleghi volontari, soprattutto perché domani partono per il sud del Nepal e mi lasciano in casa da sola. Avremo modo di vederci quando tornano qui a casa prima di ripartire per l'Italia.
Grazie ragazz*, è stato proprio bello!
12 agosto
Scuola#10
Oggi vado bella fresca a scuola come ogni domenica e non c'è nessun bambino...l'ultima domenica del mese la scuola fa vacanza. Forse me l'avevano anche detto... Un po' di tempo fa... Ma X me questa non è l'ultima domenica del mese. Per loro è l'ultima domenica del quarto mese, visto che il 16 aprile è il loro capodanno. Quindi giornata libera per tornare in quel girone infernale che è il centro di KTM e per definire il mio trekking di settimana prossima. Oggi ho fatto anche un sacco di shopping, che poi la famiglia dice sempre che non porto a casa niente...
Bollettino medico_1
Non vi ho ancora parlato del mio stato di salute...
Il cambio così radicale di alimentazione ha ovviamente influito su intestino et similia che si è dovuto abituare non solo a sempre lo stesso cibo ma alla presenza costante e perenne di spezie, un'enorme quantità di spezie... Fin da casa assumo quotidianamente i fermenti lattici che tutto sommato mi stanno preservando abbastanza... Solo un giorno ho dovuto ricorrere al dissenten perché ho osato prendere un cibo contenente latte. Del resto l'ho eliminato anche a casa, il latte.
In questi giorni invece mi si è infiammata la gola e mi è venuta una bella tosse.
Oggi, visita ad una farmacia. Qui le farmacie sono gestite da persone che, a naso, non hanno alcuna preparazione medica/farmacologica. Ho chiesto un antinfiammatorio per la gola, a casa ho scoperto che era un antistaminico. Poi ho chiesto i fermenti lattici (che sto finendo) e mi hanno dato un farmaco antispasmo X problemi intestinali... Che disastro! Tra l'altro il farmaco viene dato a volte nella scatola, senza foglietto, e a volte solo nel blister...
E siccome oggi ero in vena sanitaria, ho preso anche dei prodotti che mi tornano utili: uno per i muscoli e uno che libera il naso e le vie respiratorie. Pensando ad una scena de "il silenzio degli innocenti", il cold balm potrei usarlo per sentire meno gli odori della città, e soprattutto del cibo (nel film lo usavano per non sentire l'odore dei cadaveri).
13 agosto
Scuola#11
Oggi ho assistito ad un campionario di punizioni che non ha precedenti.
Ad un bimbo, palesemente non proprio tra i più svegli, sberle sul viso e poi sul sedere perché aveva punto con la matita appuntita il dito di un compagno.
A bambini della stessa età, in piedi esposti al pubblico ludibrio della classe, con le mani incrociate che si tengono le orecchie. Non so cosa avessero fatto, forse non avevano fatto bene i compiti...
A ragazzi di 14/15 anni, in piedi sulla panca, braccia incrociate sul petto perché non avevano fatto i compiti a casa. Per uno di questi anche un paio di sberle sonanti sulla schiena.
Ad un ragazzo che era la terza volta che non faceva i compiti a casa, costretto a scrivere inginocchiato per terra.
A dei ragazzi che rientravano in classe in ritardo durante il cambio dell'ora, bacchettata con una verga di legno su entrambi i palmi delle mani. La stessa verga è stata usata sulle costole di un altro.
Come ho già scritto altrove, su questo aspetto della scuola nepalese sono palesemente impotente. È molto frustrante poter solo osservare. Prima di andarmene proverò a ribadire l'inutilità di queste risposte "educative" ma sarà tempo perso...
Bollettino medico_2
Secondo tentativo con la farmacia. Questa volta va meglio. Trovo i fermenti lattici che mi servono e trovo il paracetamolo che non manca in nessuna farmacia del mondo e che a questo punto è la terapia elettiva per la mia tosse/raffreddore. Il cold balm nel frattempo funziona.
14 agosto
Oggi, per la seconda volta, mi presento a scuola e non c'è nessuno. Dopo varie consultazioni con un po' di gente scopro che c'è uno sciopero nazionale lanciato dal Communist Party, che però è al potere. Quindi non si capisce perché sciopera... Sembra che il problema sia in primo ministro. Il Kathmandu Post parla di finti ordigni trovati a KTM e altrove. Il risultato è che io oggi sono disoccupata e la mia settimana da sei giorni lavorativi (troppi) è diventata di quattro.
Cerco sulla guida un gita fuori porta e trovo Kirtipur a circa 8 km da KTM ma con lo sciopero di alcuni mezzi diventa complicato arrivarci e tornare, quindi parto coi bus ma poi mi devo arrangiare con i taxi.
Il vantaggio è anche che questo piccolo villaggio è su una collina e fuori dai soliti circuiti turistici e dal traffic jam di KTM. È carino ed è caratterizzato da molte case con la classica architettura newar che unisce legno e mattoni.
Ci sono molte case del '600, altre forse più antiche. Ci sono molte case in costruzione o ristrutturazione, non si capisce se per il terremoto (ma dicono che qui, essendo in alto, non arriva) oppure perché hanno la fregola di sistemare casa. In effetti il villaggio ha un aspetto un po' fatiscente...
Ci sono due vasche nel villaggio usate dai bambini come piscina. L'acqua non è proprio limpida...
Ad un certo punto in una di queste piazze vengo intercettata da un commerciante che quando sa che sono italiana, dice che studia italiano a KTM e ha un amico di Brescia che gli ha pagato gli studi. Capisco che è lo stesso signore che hanno incontrato Serena e Cecilia due giorni fa e che le ha accompagnate in giro (me ne hanno parlato in una pausa pranzo). Dopo poco cerca di vendermi un legno intagliato che non mi interessa e non capisco se vuole portarmi in giro. Io voglio invece gironzolare da sola e non voglio una guida. Allora parte con un pippotto che noi italiani chiediamo sempre un sacco di informazioni ma poi non vogliamo sganciare una lira, che per noi dieci euro sono poco, per loro invece molto e così via per un bel po'. Dopo un po' mi scoccio. 1. Sono in giro, proprio oggi, con pochi soldi e dovrò tornare a KTM in taxi; 2. Non ti ho chiesto nessuna informazione, sei tu che mi hai agganciato; 3. Ho pagato per venire a lavorare gratis in Nepal per un mese. Che cavolo vuoi da me? Lo saluto e me ne vado.
Oggi ultimo pranzo con Cecilia e Serena che domani partono per Pokhara X breve trekking e poi tornano a KTM ancora qualche giorno a lavorare. Ci vedremo a Milano. Prima di salutarci ci scambiamo un po' di impressioni critiche rispetto alla gestione del volontariato sia sul versante nepalese che italiano. Avremo un po' di cose da dire al nostro ritorno.
15 agosto
Mentre a casa si dilettano in grigliate et similia qui si lavora perché ovviamente non si festeggia ferragosto, anche se questa settimana tra festività e scioperi non ci possiamo lamentare.
Quindi il mio pranzo di ferragosto è questo:
I bambini, ma anche i ragazzi più grandi, mangiano in classe. O portano qualcosa da casa oppure preparano le addette della scuola. Visto che sono gli ultimi giorni oggi ho preso qualche foto ricordo della classe in cui ho lavorato di più e in cui mi sono trovata meglio. È la classe "Sagamatha" (Everest in Nepali), pre-primary, 5/6 anni. La sua insegnante è Binita.
Come vedete siedono tutti per terra, su cuscini, senza scarpe, in divisa. In questa classe sono in 32.
In una classe della mid-school in questi giorni sto assistendo ad una delle cose che preferisco di quelle attivate qui e cioè il
debate tra i ragazzi. Oggi mi hanno dato l'incarico di fare da giudice e domani deciderò chi è stato il migliore. Il
topic è: pen is mightier than sword (la pena è più potente della spada).
I maschi devono essere a favore, le femmine contro. Bello, eh?
16 agosto
Oggi vi parlo un po' delle simpatiche abitudini della famiglia nepalese. Prima pensavo fosse tipico solo della mia; poi, parlando ieri con uno studente, ho scoperto che invece è abitudine comune.
In una casa nepalese ci si alza tra le 4 e le 5. Qui in casa si inizia a pulire casa. Parliamo però del concetto di pulire. Tranne i piatti e le stoviglie, tutto il resto - pavimenti, sanitari, ecc. - viene lavato solo con acqua, ergo non viene lavato... L'acqua al massimo bagna, ma da sola di certo non lava... Quindi le prime ore del mattino sono passate tra "lavare" e cucinare, perché anche questa è una attività che parte già con l'alba. La giornata nepalese è infatti strutturata sulla luce e sulla notte; con la luce tutto inizia, con il buio tutto si chiude in casa e si addormenta. A casa mia (dopo un mese è diventata casa mia) ci si occupa anche dell'aspetto religioso e credo che ciò avvenga ovunque. Ogni casa ha il suo piccolo altare dove ogni giorno si portano delle offerte, si cantano litanie e si suona energicamente una campanella. Non lo indovinate? L'altare di casa mia è fuori dalla mia camera e la campanella suona ad ogni ora del mattino... Non potendo ovviamente cambiare le abitudini nepalesi ho però fatto due 'interventi' durante la mia permanenza: una volta alle 5.30 cinderella sistemava le stoviglie in cucina (davanti alla mia camera) come se dovesse provarne l'armonica e un'altra volta alle 6.30 il principino ha fatto partire a tutto volume 'despacito' come se non ci fosse un domani.
Ma ora vi devo spiegare chi sono cinderella e principino, probabilmente un'altra abitudine delle famiglie da queste parti.
Principino è il figlio di Kaja, la padrona di casa. Circa 9/10 anni, non si capisce perché non va a scuola, dicono che la sua è chiusa X vacanze (mah...). Passa tutto il giorno a guardare la TV o a giocare coi videogiochi. Nient'altro. Non è mai coi genitori, spesso è in casa da solo, non l'ho mai visto avvicinarsi alla madre per dare o ricevere un gesto d'affetto.
Cinderella è il figlio della sorella di Kaja, 13 anni, che probabilmente abita in un villaggio lontano da KTM e ha mandato il figlio dalla zia. La mia ipotesi è che Kaja dà la possibilità al nipote di andare a scuola oltre al vitto e all'alloggio, in cambio lui deve fare lo sguattero di casa. Tutto il tempo che non è a scuola è in casa a pulire, lavare le verdure, trasportare acqua, occuparsi del cane e così via. Non ha un attimo di sosta. A differenza del cugino, sempre in tiro e pulito, cinderella è vestito di stracci.
Anche se con percorsi diversi entrambi questi bambini sono accomunati dallo stesso destino: sono entrambi bambini abbandonati a se stessi e costretti a crescere da soli.
Il Post della sera
Oggi ho recuperato due cose fondamentali per l'ultima parte di questa mia avventura.
Primo, il biglietto dell'autobus X Pokhara, per sabato mattina.
Secondo, il permesso per entrare nella Conservation Area dell'Annapurna. In Nepal per entrare nelle aree di conservazione o nei parchi naturali bisogna pagare un biglietto e registrarsi.
Sorpresa del giorno: mi ha contattato un signore che ha una scuola fuori KTM, che vorrebbe aprire una specie di centro di aggregazione giovanile e che ospitava Giulia, una delle volontarie. Vorrebbe sapere del progetto che avevo costruito per la mia esperienza in Nepal e che ho realizzato solo parzialmente. Domani ci vediamo e così gli spiegò un po'.
Domani è anche l'ultimo giorno a scuola e poi finalmente partirò verso le montagne.
Ho bisogno di silenzio. Quindi sono contenta di andarmene via da KTM per una settimana.
17 agosto
Ultimo giorno di scuola, solo per me.
Così ho salutato la classe di Binita, la classe nella quale sono riuscita a stabilire una buona collaborazione con l'insegnante e anche un buon legame con i bambini, che ormai si erano abituati alla mia presenza e mi avevano come riferimento (anche se spesso mi si rivolgevano in nepalese...).
La sorpresa è stata invece nella mid-school del CBIA, dove invece non ero fissa in una classe ma seguivo la stessa insegnante. Le classi che conoscevo erano comunque le solite quattro/cinque. Mi hanno sommerso di biglietti con pensieri bellissimi e fiori di carta. E poi mi hanno cantato un sacco di canzoni, sia inglesi che nepalesi, mi hanno raccontato delle storie oppure delle barzellette. Mi hanno veramente coperto di un affetto che non mi aspettavo.
È stato veramente molto emozionante! In particolare mi ha colpito la letter of appreciation di un ragazzo (il solito casinista sempre preso di mira) che ha saputo cogliere l'attenzione diversa che penso di avergli dato, attenzione che andava al di là del "studia o hai fatto il compito" ma era più verso la persona. Devo dire che ormai ho abbastanza occhio per beccare gli studenti capaci di diventare solo il capro espiatorio che poi perdono la motivazione allo studio. Agganciarli era la mia mission e non dirgli solo "be quiet ", coinvolgerli è stata la mia arma vincente.
È stata una esperienza arricchente più dal punto di vista umano che professionale. Tutto sommato ho fatto qui le stesse cose che faccio in Italia ma non è stato un rapporto a senso unico. Loro hanno saputo includermi nel loro mondo con i loro canti, i loro balli, la passione per il calcio europeo, le loro curiosità su di me o sull'Italia.
Mi mancheranno, veramente.
18 agosto
Archiviata l'esperienza di volontariato, oggi giornata dedicata al trasferimento a Pokhara, trasferimento che per 200 km. richiede circa 8 ore...
Ci si impiega un po' solo per uscire da KTM, dopodiché si percorre tutto il tragitto attraversando questa vallata infinita costeggiando un fiume limaccioso, la cui portata diventa sempre più impetuosa.
Si incontrano innumerevoli villaggi dove ogni tanto si fa qualche sosta. La strada è spesso molto dissestata e questo giustifica il tempo infinito. Evitare le buche richiede tempo. Inoltre è una strada molto trafficata, soprattutto da bus, da minivan di turisti e da grossi tir. Ciò non impedisce agli autisti di fare dei sorpassi a dir poco criminali! Il percorso è veramente suggestivo, immerso in questa foresta verdissima che si alterna ai terrazzamenti delle coltivazioni di riso.
Pokhara è caldissima, ancora più che KTM ma è decisamente meno trafficata (è molto più piccola), molto più ordinata e un po' più pulita. È il posto da cui partono quasi tutti i trekking, quindi è molto turistica, piena di negozi, alberghi e ristoranti, soprattutto la parte dove c'è il mio albergo, il Lake Side, cioè la parte di città che si affaccia sul lago.
Domattina alle otto appuntamento con la mia guida con cui farò il Poonhill trekking. 4 giorni in un giro ad anello all'interno del parco dell'Annapurna. Diciamo che non sono in forma perfetta. L'alimentazione mi ha dato ancora dei problemi in questi giorni...
19 agosto
Oggi primo giorno di trekking. Si parte da Pokhara in bus e con il solito viaggio della speranza (nel senso che si spera di non cadere nel burrone o di fare un frontale), ci inoltriamo nella vallata per un paio d'ore. La strada è un disastro e spesso troviamo degli smottamenti che hanno invaso la carreggiata. Con queste piogge il terreno cede facilmente.
Già da Pokhara vediamo delle cime innevate. Oggi la giornata è bella, anche se non vuol dire che il cielo è limpido. In questa stagione, mai.
Abbandoniamo il bus a Nayapul e finalmente si entra nell'area di conservazione dell'Annapurna e si inizia a camminare.
La valle è molto rigogliosa e sono molti i villaggi che si susseguono sulla strada, strada che non è sempre un sentiero ma spesso una carrozzabile. Questo tratto è tutto sotto un sole cocente; è come camminare in montagna con la canicola di Milano. Così è fino a quando non parte una scalinata INTERMINABILE che sale e sale e sale e sembra non finire mai. Questo, nella foto, è la mia guida, Sheyma.
Ha iniziato a piovere ma dura poco e la pioggia è sostituita da una umidità pazzesca. Quando arrivo alla meta di oggi, Ulleri, mt. 1960, sono completamente fradicia.
Devo dire che oggi è stato impegnativo, un po' perché il mio fisico è fiaccato dal cibo, dai digiuni, dalla tosse, ecc. e un po' perché il caldo e l'umidità sono stati notevoli. Dislivello di oggi, circa 1000 mt.
Dal mio lodge ad un certo punto si è aperta una nuvole e si è visto uno dei tanti Annapurna, il South.
Velocemente è calata l'oscurità e alle 8 è completamente buio, si vede solo qualche lucina di qualche casa e basta.
Stasera nel mio lodge ci sono solo altri due ragazzi italiani, con rispettiva guida.
Non vi ho ancora introdotto bene la mia guida, Sheyma. Ragazzo molto giovane, viaggia in scarpe da ginnastica, parla poco (meno male), evita addirittura di mangiare con me. Ma ho visto che anche l'altra guida non ha mangiato coi ragazzi.
20 agosto
Secondo giorno. Oggi la tappa è meno impegnativa perché, oltre ad essere il dislivello un po' inferiore, è tutta un po' su e giù, anche se spesso sulla noiosissima scala. Il cielo è nuvoloso ma almeno non piove. Il percorso attraversa la foresta e la sua umidità permea talmente tanto che la maglietta sullo zaino non asciuga e io sudo come una fontana, tanto che non devo mai andare in bagno. La tappa è più breve di quanto segnalato dalla guida. In 4 ore circa siamo a destinazione, Ghorepani, mt. 2874.
Se non fosse così nuvoloso, la vista sugli snowcaps sarebbe eccezionale. Purtroppo oggi il tempo non sembra cambiare. Comunque la vallata è veramente bella e ogni tot trovi incastonato un villaggio, generalmente con i tetti dipinti di blu, che offre ristoranti, lodge, ecc.
Poi si vedono i pochi abitanti indaffarati nelle loro mansioni quotidiane: occuparsi dei campi, trasportare dei carichi con i muli da qualche parte nella valle, mettere a seccare del cibo. Si Incrociano anche bambini che vanno scuola; molti probabilmente devono fare un lungo percorso X arrivarci. Quelli più piccoli quando ti incrociano ti danno il cinque con la mano e ridono. I fiumi che incrociamo sono tantissimi e ricchi d'acqua. Nei villaggi più grandi c'è sempre un campo da basket. Chissà se lo usano...
Nonostante la stagione i trekkers non sono pochi: spagnoli, italiani, svizzeri, tedeschi, cinesi.
Adesso è tardo pomeriggio, le nuvole di sono abbassate e forse sta un po' piovendo. Qui nel rifugio hanno accesso la stufa e io mi sto godendo il calduccio, sperando che il bucato si asciughi. Nel frattempo sono arrivati altri trekkers con le loro guide. Domani raggiungeremo il punto più alto, sperando che il cielo sia un po' aperto.
21 agosto
Oggi è stata la giornata più monsonica di tutto il trekking ma fortunatamente la mattinata ci ha sorriso e ha permesso a me e a un'altra cinquantina di persone di svegliarsi prima dell'alba in modo da raggiungere Poon Hill, mt. 3210, giusto per vedere la luce che illuminava un po' alla volta la catena dell'Annapurna. Vediamo l'Annapurna south (mt. 7200 e qualcosa), con la cima un po' coperta, l'Hiunchuli (mt. 6400 e qualcosa), si intravede il Dhaulagiri (mt. 8100 e qualcosa). Ovviamente il cielo non era libero ma le nuvole che un po' coprivano e un po' scoprivano le cime hanno reso la vista da quella balconata eccezionale. Considerata la stagione siamo stati fortunati; le nuvole della notte non promettevano niente di buono.
Tornati all'hotel e fatta la colazione, mi sono goduta ancora un pochino la stufa accesa e poi siamo partiti. La tappa di oggi è un po' lunga, circa 6/7 ore di cammino, oltre all'oretta X salire a Poon Hill e quella scarsa X scendere.
Il percorso è tutto un sali e scendi, immerso in una foresta che pare tropicale, tanta è l'acqua che vi scorre. Ma oggi l'acqua viene anche dall'alto perché quasi tutta la giornata è accompagnata da un monsone di proporzioni asiatiche... Anche il coprizaino oggi non sarà tanto d'aiuto e molte cose purtroppo si bagneranno. E camminare su un sentiero sassoso che diventa un ruscello non è granché...
Come dicevo, tappa lunga e impegnativa. Prima passiamo da Tadapani (2630 mt.), dove ci fermiamo a mangiare, e poi finalmente arriviamo a Ghandruk (mt. 1939), uno dei villaggi più grossi di questa zona. Anche in questo albergo la stanza non è affatto male e offre una panoramica sugli snowcaps, se domattina si aprirà il cielo.
La mia guida ogni sera ha preso l'abitudine di prepararmi un piatto con fette di mele e melograno; molto apprezzato perché è la prima frutta che mangio da quando sono qui e non è mango.
22 agosto
Anche questa mattina la camera riserva una vista non da poco: l'Annapurna south e l'Huinchuli. Si apre anche un po' il Fishtail (Macchapuchhre), detto anche il Cervino dell'Himalaya, ma poi si copre.
Ultimo giorno di trekking, anche se oggi c'è veramente poco da camminare, solo un'ora X raggiungere il villaggio in cui prendiamo il bus X Pokhara. Volendo, avremmo potuto fare un altro bel pezzo a piedi per chiudere l'anello ma è tutto su carrozzabile e frequentata da bus, tir e jeep e quindi non credo valga la pena. Assecondo quindi la scelta della guida. Per percorrere pochi km ci mettiamo circa 5,30/6 ore. Viaggio epico ma ormai mi sono abituata a questa modalità nepalese dove le distanze diventano immense anche se non lo sono...
Scendendo, si vede da lontano il lago di Pokhara. La vallata è disseminata ovunque di terrazzamenti X la coltivazione del riso.
Saluto la guida (con una buona mancia) e finalmente mi fiondo nel mio albergo per una meritata doccia e per stendere le cose che non sono ancora asciugate da ieri. Questo è sicuramente uno dei problemi del fare trekking in questa stagione: se anche fai il bucato, questo non asciuga mai...
Mi ritrovo il caldo fotonico che in questi 4 giorni avevo dimenticato ma mi concedo comunque un giretto per il centro.
23 agosto
Ultimo giorno a Pokhara che inizia con una bella pioggia monsonica; ma tanto oggi la giornata è dedicata prima a un po' di cultura e poi a un po' di shopping.
Per arrivare alla prima destinazione mi affido come sempre ai bus ma quando devo scendere e cambiare le indicazioni iniziano ad essere discordanti. Un ragazzo in moto mi offre un passaggio e io non ci penso due volte e accetto. Andare in moto senza casco, come consuetudine qui, con uno sconosciuto non è il top ma mi toglie dall'impiccio e arrivo dove devo andare in poco tempo.
La prima meta è l'International Mountain Museum, costruito non molti anni fa e dedicato alle spedizioni sulla catena dell'Himalaya e in particolare alle spedizioni sugli ottomila. Un museo di vecchia concezione, con reperti delle spedizioni e foto d'epoca. Da segnalare una prima parte dedicata a tutte le etnie presenti nella zona dell'Himalaya e un'altra sezione in cui sono state affiancate foto austriache/tirolesi/non so degli anni '30 raffiuguarnti scene di vita delle Alpi a foto più recenti prese nei villaggi himalayani. Della serie: anche se dall'altra parte del mondo siamo uguali e facciamo le stesse cose: gli uomini si occupano degli animali, le donne portano grossi pesi nelle gerle, i bambini giocano con gli animali domestici e così via, anche se a distanza di 60/70 anni. Un'ultima parte è dedicata al cambiamento climatico, alla regressione dei ghiacciai come sulle Alpi, alla mancanza d'acqua in alcune zone (anche se non me ne capacito).
La pioggia smette e così mi godo un'ultima passeggiata in questa località resa molto affascinante anche dalla presenza del lago; la sua passeggiata fronte lago è proprio carina!
Nel frattempo ultimo shopping. Questa città offre veramente tanto a chi vuole fare affari.
Una chiacchierata con una commerciante tibetana mi fa vedere il lato positivo di essere venuta in questo periodo: è vero che ci sono i monsoni ma ad ottobre sia la città che soprattutto i trekking sono molto affollati.
24 agosto
Oggi giornata dedicata al rientro a KTM e mai frase è stata più vera... Partenza alle 7 questa mattina, arrivo alle 19.30... 12 ore e mezza per fare 200 km... In mezzo: migliaia di autobus e tir (e meno male che qui in pochi hanno l'auto di proprietà), tir fermi sulla strada che costringono al senso alternato creando km di coda, smottamenti sulla strada con ruspa che libera la corsia (si sa, se ci sono i monsoni e la strada è tagliata nella terra, la terra prima o poi cede). Non c'è alcun pensiero di rendere quella strada (frequentatissima) un po' più sicura, di creare una alternativa (come il treno). Tutto è lasciato al caso è all'improvvisazione...
Fortunatamente ho viaggiato con Virginia, altra volontaria; quindi tutte quelle ore sono comunque passate piacevolmente a chiacchierare e, anche nei momenti di sconforto, sapevamo che nei guai saremmo state assieme...
Dopo Pokhara e il trekking, tornare nell'infernale KTM e' un trauma... Meno male che dormo solo stanotte e domani si va diretti in aeroporto.
Domani tempo di bilanci.
25 agosto
Evidentemente l'Asia non mi vuole lasciare andare...
Partiamo in ritardo da KTM e quindi perdiamo la coincidenza a Doha per Milano. Questo costringe la Qatar Airways a portarci (sono assieme ad un gruppo di avventure nel mondo) in un albergo decisamente elegante (5 stelle), a darci una camera (anche se non dormiremo qui), a darci da mangiare e a imbarcarci sul volo della notte che parte alla 1.45 per arrivare alle 7.15 a MXP.
La temperatura è soffocante qui a Doha, pur essendo ventilato. Sembra una città di plastica, tanto sembra finta. È un cantiere aperto, un po' per i mondiali di calcio e un po' perché è una città ancora in parte da sviluppare. Questa è la vista notturna dalla terrazza con piscina.
Ci eravamo lasciati con le riflessioni su questo viaggio.
Innanzitutto, il motivo per cui sono andata, cioè dare il mio contributo alla scuola nepalese. prima domanda: ne aveva bisogno? In parte sì. I loro metodi educativi e di insegnamento sono piuttosto antiquati: solo lezione frontale, poco coinvolgimento degli alunni (ad eccezione direi del debate alla mid-school), continua ripetizione o copiatura della lezione, metodi punitivi da medioevo, poca attenzione verso i soggetti più deboli. Inoltre, già nella pre-primary non c'è più spazio X il gioco ma solo per la scolarizzazione, non sono abituati ad ascoltare una storia, a raccontare di se', a parlare delle proprie emozioni. Come da noi 50 anni fa, l'alfabetizzazione emotiva non esiste.
Avrei voluto fare qualcosa di più, diciamo che ero partita con dei propositi più ampi e forse un po' utopistici che ho dovuto ridimensionare molto. Ho quindi lavorato solo con le persone che si sono dimostrate disponibili ad ascoltare. Sono comunque soddisfatta di quello che ho fatto e soprattutto della relazione (che è la cosa alla fine su cui lavoro di più nella mia vita scolastica) che ho instaurato con le insegnanti e coi ragazzi.
Secondo pensiero. Tutto è partito da un master sui diritti umani dell'infanzia e dell'adolescenza. Ma come stanno i diritti umani dei bambini nepalesi?
Il diritto all'educazione, il mio primo motore iniziale di questa "vacanza", mi sembra abbastanza soddisfatto. Ho visto bambini andare a scuola anche nei villaggi più sperduti, quindi sembra garantito il diritto ad andare a scuola. Sul resto del loro tempo libero ho qualche perplessità. Ho visto bambini troppo spesso impegnati in lavori, dentro o fuori casa, a volte anche faticosi. Ho visto bambini troppo spesso ciondolare da soli X strada. Ho visto bambini troppo poco impegnati in attività infantili, come il gioco. Ho visto bambini un po' troppo sporchi e vestiti di stracci. Ho visto bambini troppo poco guardati dagli adulti e lasciati un po' a se stessi.
Mi sono chiesta perché una famiglia media nepalese si sveglia alle 5 ma la scuola inizia alle 10. Forse perché i bambini, prima di andare a scuola, devono svolgere delle mansioni in casa? Non ho una risposta certa ma il dubbio ce l'ho.
L'aspetto religioso permea tanto la vita media nepalese. Molto del tempo è dedicato alla visita dei templi, alla preparazione delle offerte, alle preghiere, ecc. L'impressione è che questo aspetto, per cui gli dei decidono per te e la tua vita è determinata anche dalle tue vite passate, li porti a vivere tutto con un certo fatalismo e quindi non c'è l'idea che si possa determinare qualcosa e fare qualcosa X cambiare le cose, come aggiustare le strade, impedire le frane, tenere pulito l'ambiente e così via. Così come se si nasce in una casta, lì si rimane, se qualcuno decide il tuo matrimonio lo accetti, se nasci donna la tua vita sarà in una certa maniera.
Ho letto da qualche parte che il Nepal è un paese fermo al Medioevo. Forse è esagerato. Hanno i cellulari, hanno le parabole, sono informati su quello che succede nel mondo ma forse solo sul calcio.... Sicuramente in alcune zone fuori dalle grandi città la vita è ancora regolata dalla notte e dal giorno, dalle stagioni e dalle coltivazioni. In molti interagiscono ormai con i turisti ma tutto sommato non ne sembrano molto incuriositi. Le loro domande sono solo: da dove vieni? Quanti anni hai? Viaggi sola? Sei sposata? Nient'altro.
Difficile da definire. Sembra una società chiusa nel suo mondo ma nello stesso tempo è molto accogliente e io non mi sono mai sentita respinta o rifiutata. Vivi e lascia vivere? Forse si, come nel resto delle cose: se vuoi condividere con me qualcosa io sono qui, altrimenti io sto bene così. Non c'è, ad esempio come in Africa, la ricerca quasi ossessiva del contatto con lo straniero, del poter quasi "rubare" qualcosa della vita occidentale, del modello di vita occidentale, vissuto come qualcosa a cui aspirare. Qui, il modello di vita occidentale non è qualcosa di desiderabile né di invidiato.
Stiamo anche parlando di una società costituita da decine di etnie diverse, con tradizioni diverse e che si sta forse mischiando anche con i due grandi colossi con cui confina, la Cina e l'India. Quindi sono forse ancora impegnati a trovare una loro identità, nonostante sia un paese dalle vecchie tradizioni. E' un paese che sta cambiando, è uscito pochi anni fa da una monarchia e adesso sta cercando di capire cos'è una democrazia e cosa è cambiato rispetto a prima. Ma, ripeto, il modello occidentale non sembra esserlo per loro.
Da questo viaggio mi porto a casa ovviamente tantissimo, sensazioni sia positive che negative. Sicuramente non ho voglia di tornare nella città infernale, Kathmandu, ma di tornare a fare un trekking, magari nel Mustang, la zona più isolata e meno turistica.
Mi porto a casa gli sguardi di tutti i bambini e i ragazzi che ho incontrato, i loro sorrisi sinceri, i loro visi senza il riflesso azzurrognolo dello schermo del cellulare, la gioia e la compostezza del saluto mattutino, il loro entusiasmo e la loro semplicità.
Qui potete vedere tutte le altre foto fatte con la camera:
Anche se il blog in teoria era chiuso, voglio aggiungere una cosa che ho trovato e che mi è piaciuta molto e che è da stimolo sicuramente per noi insegnanti. E visto che la mia esperienza è partita dal diritto all'educazione, ecco un incentivo a iniziare al meglio il nuovo anno scolastico.
Ce l'avete messa tutta, quest'estate. Avete seminato odio e raccolto tempesta. Cos'è, volete rendere difficile il nostro lavoro? Ma il nostro lavoro è sempre difficile. E di bulli ne abbiamo già visti. Certo, ora la situazione è più complicata, ve ne rendo il merito. Noi passiamo nove mesi, il tempo di mettere al mondo un essere umano, a mostrare come si sta tutti insieme, a biasimare chi insulta, a reprimere chi discrimina, a punire chi esagera e poi arrivate voi e voilà, si può tutto. Vi do una notizia sconvolgente: a scuola non si può. Perchè ci sarà sempre uno di noi a dire che non si fa, a spiegare perchè non si può e non si deve, a fornire un'alternativa, a proporre un altro punto di vista. E sì, certo, potete mandarci affanculo, ma non tutti e non tutti insieme.
Mentre voi provate a calpestare i diritti delle persone, noi spieghiamo la costituzione.
Mentre voi giocate a chi urla più forte, noi chiediamo il silenzio e leggiamo poesie.
Mentre vi divertite a preparare un futuro preoccupante, noi raccontiamo il passato perchè è l'unica cosa che ci permette di capire il presente.
Spieghiamo e discutiamo, buttiamo nel cestino la lezione preparata per parlare della notizia del giorno che accende gli studenti come gli ultrà di una tifoseria, perchè è l'unico modo in cui pensano si debba discutere, finchè qualcuno non mostra loro un'opzione diversa.
Siamo il corpo speciale più addestrato e più temibile, siamo l'esercito di Silente, siamo la cavalleria che arriva suonando la tromba, siamo i buoni ma facciamo un lavoro sporco, anche se qualcuno lo deve pur fare e poi a noi piace.
Insegniamo a pensare.
Paura, eh?
Siamo il corpo docente e stiamo tornando.
E' finita la pacchia.
BIBLIOGRAFIA (ma anche libri letti durante il viaggio)
- Vikram Seth, "Autostop per l'Himalaya", ed. TEA 1992
- Daniela Pilvirenti, "Nepal, un piccolo mondo himalayano da scoprire in punta di piedi", ed. polaris, 2016
- Olga Amman, Giuoia Barletta, "Nella terra degli dei" ed. Dall'Oglio, 1982
- Olga Amman, Giulia Barletta, "Nepal, anche le montagne si muovono", ed. dall'Oglio, 1984
- Tiziano Terzani, "Mustang, un viaggio", Fandango libri, 2011
- WeWorld Index 2018
- Arundhati Roy, "Guerra è pace", ed. Guanda, 2002
- Petros Markaris, "la balia, le inchieste del commissario Kostas Charitos", ed. Bompiani, 2009
- Jo Nesbo, "Macbeth", ed. Rizzoli, 2018
- Jason Goodwin, "i cospiratori del baklava ", Einaudi, 2015
- Samrat Upadhyay, "Mad country, stories ", Rupa publications India, 2017 (trovato in una libreria di KTM, scrittore contemporaneo nepalese)
- Michel Bussi, "tempo assassino ", ed. E/O, 2016
- Michel Bussi, " non lasciare la mia mano", ed. E/O, 2017
- Qiu Xialong, "il vicolo della polvere rossa", ed. Marsilio, 2010
- Maurizio De Giovanni, "Sara al tramonto ", ed. Rizzoli, 2018
- Michel Bussi, "il quaderno rosso", ed. E/O, 2018
- Gian Mauro Costa, "stella o croce", Sellerio, 2018
- Michel Bussi, "mai dimenticare", ed. E/O, 2017