Erice
Da segnalare: il Real duomo, bellissima chiesa iniziata attorno al 1300 e poi rimaneggiata nei secoli successivi fino a metà ottocento; la torre con una bellissima vista sulla vallata. Qui per la prima volta ci chiedono il green pass. La storica pasticceria di Maria Grammatico dove conosciamo e ovviamente mangiamo le genovesi ancora calde. La funivia che porta alla sommità del colle, pezzo di montagna a livello del mare.
Stabilimento Florio - Favignana
La storia di Favignana è indissolubilmente legata a quella della famiglia Florio. Trasferiti a Palermo dalla Calabria nell’800 dopo un violento terremoto, aprono in città una drogheria che, dopo enormi sacrifici e nonostante la diffidenza della città verso degli estranei, porterà questa famiglia a diventare il miglior esempio di creatività e coraggio imprenditoriale non solo del sud ma dell’Italia intera. Questa famiglia creò un impero economico che coinvolse le tonnare (tra i primi a mettere il tonno sott’olio), il vino Marsala (allora venduto e bevuto soprattutto in Inghilterra), la principale compagnia di navigazione italiana, lo zolfo, una fonderia e molte altre attività economiche. Nel giro di cento anni circa questa famiglia passò dal comprare case e yacht nel Mediterraneo, vestire dai sarti parigini e londinesi, comprare gioielli da Cartier, andare in vacanza in Svizzera o sulla Costa Azzurra, favorire unioni matrimoniali con donne nobili per eliminare l’immagine di borghesi arricchiti, frequentare case reali ma anche il Parlamento italiano, finanziare i più importanti teatri di Palermo ad una parabola discendente che la vide costretta a svendere tutto il suo patrimonio, oltre a perdere uno alla volta tutti i discendenti maschi e a vedere quindi svanire il cognome Florio.
Per chi vuole leggere l’avvincente storia di questa famiglia consiglio i due libri di Stefania Auci: “I leoni di Sicilia” (uscito e letto l’anno scorso) e “L’inverno dei leoni” (letto durante queste vacanze).
A Favignana è rimasto il palazzo antistante il porto, fatto costruire da Ignazio, quello che probabilmente diede più splendore alla famiglia (tanto che nel 1874 comprò le tre isole Egadi al prezzo di due milioni e 700mila lire), e lo stabilimento Florio, dove veniva inscatolato il tonno ottenuto dalla famosa tonnara di Favignana, uno dei primi investimenti del padre Vincenzo, che intensificò con successo alcune tonnare della Sicilia, facendo sua una tradizione araba. Fu invece Ignazio jr (figlio di Ignazio) a determinare la caduta dell’impero economico, a causa di cattivi investimenti. Una guida molto preparata ci spiega la storia dei Florio, il procedimento seguito dagli operai in fabbrica per preparare il tonno in scatola e la strategia che i tonnaroti, comandati dal Rais (non a caso nome di derivazione araba), mettevano in atto per catturare i tonni che entravano nel Mediterraneo per riprodursi, allo scopo di portarli fin dentro la camera della morte durante la famigerata mattanza, l’ultima nel 2005.
Saline di Trapani
Inevitabile a Trapani la visita al museo del Sale, dove una fantastica e simpatica guida ci illustra il legame tra la gente e il sale, anche se un tempo qui era una attività molto più remunerativa e praticata che adesso. La concorrenza è forte e spesso questo sale, tra i migliori sul mercato (soprattutto se integrale quindi poco o per niente trattato), va a finire sulle strade in inverno quando c’è il rischio ghiaccio. Tristezza…
Interessante il sistema di vasche comunicanti che un po’ alla volte fa diminuire la quantità d’acqua e aumentare la concentrazione di sale fino all’evaporazione completa e alla raccolta.
In questa impresa familiare i tre figli (e così i figli dei figli) si sono divisi nel tempo i ruoli: uno si occupa del museo, uno del ristorante e uno della raccolta del sale.
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