mercoledì 24 aprile 2024

24-28 aprile GTE Grande Traversata Elbana

E anche quest’anno è arrivato il momento del trekking primaverile del CaiVarese. Io e Nadia abbiamo scelto l’isola d’Elba, in particolare la famosa GTE, Grande Traversata Elbana, che percorre l’isola da est a ovest. Il punto di partenza è Cavo, dove arriva il traghetto da Piombino, ma x arrivare a prendere quel traghetto sarà un vero viaggio della speranza…


Siamo 19. La ventesima persona è ammalata e non è riuscita a recuperare.

Partiti da Milano alle 8 arriviamo a Firenze puntuali col Frecciarossa. Poi avrò la conferma che la Toscana è un gran casino attraversarla utilizzando i mezzi pubblici… a Pisa c’è un problema sulla linea, quindi il ns treno è annullato e quello successivo ci fa perdere il traghetto… quindi prendiamo il treno (per forza… che alternative abbiamo?) e ci attiviamo x modificare il traghetto, cosa che fortunatamente ci riesce. Peraltro cambiamo da traghetto ad aliscafo, guadagnando del tempo. Dopo una serie di lunghe pause che ci permettono di visitare Pisa e stazionare al porto di Piombino marittima, finalmente ci imbarchiamo.

A Pisa io ne approfitto x vedere l’unico murales di Keith Haring in Italia. Si chiama Tuttomondo, del 1989.



Dopo 15 minuti di aliscafo arriviamo al porto di Cavo. Alla fine ci abbiamo impiegato quasi un giorno, ma siamo tutti motivati e domani inizia l’avventura. Dal porto in poi ci rendiamo conto che le persone con lo zaino sono sempre più; evidentemente molte persone hanno  avuto la ns stessa idea… anche nel ns albergo c’è un gruppo di escursionisti con un accompagnatore e il pulmino x i bagagli… no comment 
Cena di ottimo livello.

Secondo giorno- Cavo - Porto Azzurro, 22 km, 1050 metri D+
Dopo una abbondante colazione, recuperiamo i panini per il pranzo e partiamo. 
Oggi è il 25 aprile! W la resistenza!
Dopo aver fatto un breve tratto di lungomare prendiamo una strada sterrata che si inoltra subito nella vegetazione e inizia a salire.
Per tutto il giorno saremo immersi in una vegetazione incredibile, una macchia mediterranea resa molto rigogliosa dalle piogge dei giorni scorsi, con una varietà incredibile di fiori e di odori.



Il percorso è costituito da un saliscendi che ci porta verso sud, lungo un crinale che passa da Monte Grosso (344 mt), monte Strega (427 mt), monte Capannello (408 mt) e infine Cima del monte (515 mt), la vetta più alta di oggi. Per tutta la giornata abbiamo sempre la possibilità di vedere il mare sue due o tre lati, di vedere la costa toscana, di vedere altri paesi come PortoFerraio, di vedere le altre isole dell’arcipelago. La visibilità permette di far spaziare la vista a 360 gradi e alla fine la giornata sarà una grande immersione nella natura.



L’unica pecca oggi è il numero incredibile di persone che fanno il sentiero. È veramente molto affollato! Anche da tante bici! Apprezzo però il fatto che sono molti i gruppi di giovani impegnati sulla GTE, spesso con tende e materassini. Avevo notato questa cosa anche sulla via degli dei. Forse percorrere i cammini sta prendendo piede anche tra i ragazzi e le ragazze.


Iniziamo la discesa verso Porto Azzurro, fino al bivio dove lasciamo la GTE per incontrarci con il proprietario della cantina Arrighi. Ci fa fare un giro turistico delle sue vigne, illustrandoci anche le varie installazioni artistiche poste qua e là tra i filari. C’è anche una big bench… è arrivata anche qui. Ci mostra inoltre i tre muretti a secco fatti costruire nel corso del tempo per dar solidità al terreno, uno fatto da albanesi, un altro da sardi e il terzo da romeni. Arrivati a casa sua troviamo una tavolata per la degustazione dei suoi vini. Proviamo due bianchi e due rossi, accompagnati da salumi e formaggi locali come pecorino e finocchiona, e poi l’Aleatico, un vino passito molto speciale e molto buono, questo invece abbinato ad un dolce tipico dell’isola. Assaggiamo anche il suo olio.
Antonio è veramente una persona eccezionale, porta la sua passione per il vino in giro per il mondo e riesce a trasmetterla anche a noi. La particolarità del suo vino è che viene lasciato riposare o nelle classiche cisterne d’acciaio o nelle botti barrique di legno oppure in anfore di terracotta! Sono anfore di 200, 300 o 500 litri, fatte a mano a Impruneta, vicino a Firenze e poi trasportate qui.
Fa anche un altro vino unico. Prende l’uva, la mette dentro delle nasse e le immerge in mare a 10 metri di profondità per 5 giorni. Poi mette l’uva ad asciugare al sole e poi ci fa il vino. Produce 240 bottiglie all’anno di questo vino che si chiama Nesos e che vende a 200 euro a bottiglia. Il suo è un vino ovviamente non distribuito nella GDO ma con una clientela di nicchia. Del resto la cantina che visitiamo è piccola.
Salutiamo il nostro ospite e scendiamo a Porto Azzurro dove raggiungiamo l’albergo, non senza prima essere passati attraverso un set cinematografico di chissà quale serie o film vicino al ns albergo.
Cena ottima al porto, anche se molto in ritardo.

Terzo giorno- Porto Azzurro- Procchio (località Biodola), 20 km, 700 metri D+
Oggi la tappa è bella anche se meno panoramica di ieri. Ci sono meno scorci ma la vegetazione è ancora molto rigogliosa e il verde invade lo sguardo. Mi colpiscono i sugheri con un tronco notevole e le pinete di pini marittimi che si distendono per tutte le colline e occupano ogni spazio.
Anche la prima parte della giornata è caratterizzata dalla massa di gente, come ieri. Nelle parti strette dei sentieri si forma la coda… nel pomeriggio fortunatamente- non so perché - torniamo ad essere solo noi e sembrano essere tutti spariti.



Come ci aveva annunciato il sig. Arrighi, il percorso è quasi tutto su una strada militare, a tratti diventa un sentiero stretto oppure sbuca su una strada asfaltata. Sapevamo che in questi giorni c’era una gara di rally sull’isola, infatti si sentivano i motori in lontananza. Ad un certo punto incrociamo una strada dove passano queste auto e ovviamente il traffico è bloccato… quindi, tra un’auto e l’altra fanno passare gruppi di 4 persone che devono camminare stando sul bordo della strada e devono aderire al muro quando si sente il rombo del motore, e quando arrivano ovviamente ti sfrecciano a fianco… devo dire che fanno parecchia paura…A ME hanno fatto molta paura!
Riprendiamo quindi il sentiero per un po’ di km, fino a quando usciamo dalla GTE perché non abbiamo trovato da dormire a Procchio ma in una frazione, Biodola.
Visto che è ancora metà pomeriggio andiamo in un bar davanti alla spiaggia dove ci concediamo prima la merenda e poi l’aperitivo. Intanto due di noi, Julia e Mariangela, si concedono un bagno…
Cena in albergo.


Quarto giorno - Biodola- Procchio- Pomonte- Fetovaia (5km + 9 km)
Usciti dall’albergo becchiamo subito uno scroscio di pioggia terribile che ci costringe a ripararci sotto una tettoia e a rivedere il programma di oggi. La pioggia va avanti da ieri sera e non sembra voler diminuire.
Quando smette di piovere almeno per un po’ decidiamo di fare comunque il sentiero sulla costa che porta a Procchio. Si chiama sentiero della salute e vi si accede solo se una buon’anima di un grande albergo ti apre un cancello, visto che il passaggio è loro proprietà. È un sentiero che parte dalla spiaggia e poi sale un po’ nella vegetazione, ma sempre rimanendo a lato del mare. Prevede anche il passaggio in una grotta. Bellissimo!



Arriviamo a Procchio. Il meteo è troppo instabile, il terreno è impregnato d’acqua e scivoloso e la cima di monte Capanne (la cima più alta dell’Elba) è immersa nelle nuvole e rimarrà così tutto il giorno. Decidiamo quindi di prendere il pullman per Pomonte, dopo una sosta aperitivo davanti alla spiaggia, accompagnata da una radio che emette fantastica musica americana anni 80.
Il pullman subisce anche lui la presenza del rally, che c’è anche oggi ma di auto d’epoca. Costretti a fermarci e ad aspettare il passaggio delle auto, ci divertiamo a indovinare i modelli delle auto di parecchi anni fa! Dopo un passaggio di alcune Porsche, ripartiamo.



Pomonte è decisamente l’arrivo della GTE. Sembra di essere nella piazza di Santiago…più o meno… qualcuno oggi ha fatto monte Capanne, tra il fango e la nebbia e la pioggia, molti hanno rinunciato.
Arrivati in albergo, lasciamo gli zaini e andiamo in esplorazione. Scopriamo un sentiero costiero che porta a Fetovaia, dicono una delle spiagge più famose dell’Elba. Anche qui si parte dalla spiaggia, poi ci si inerpica un po’ nella vegetazione, si fa anche un pezzo di strada asfaltata e poi si sbuca alla famosa spiaggia, dove nel frattempo è arrivata una compagnia di rider. Sono tanti i motociclisti che abbiamo incontrato in questi giorni. Ritorniamo sui nostri passi ma al ritorno facciamo una variante che ci fa attraversare la vegetazione, ammirando così di nuovo stupende piante e fiori di questa isola e tutti gli odori  abbinati.
Dopo cena ultima passeggiata nel paese fino alla spiaggia e poi a nanna. Domani si torna.


Quinto giorno- Pomonte- Portoferraio- Piombino- Milano
Oggi è la giornata del viaggio della speranza al contrario. Abbiamo di fronte una successione di mezzi pubblici che, da stamattina a stanotte, ci riporterà al nord.
Si parte con il bus che da Pomonte ci porta a Portoferraio. Ci piazziamo presto alla fermata del bus per anticipare la gente che prevediamo si presenterà. Incontro un gruppo di bustocchi (amico in comune: Zuffinetti). Carramba! Il pullman si riempie come un uovo di persone, fino a dover rifiutare di caricare altre persone.



Arrivate a Portoferraio, abbiamo il traghetto che in un’ora ci porta a Piombino marittima. Bellissima navigazione in una giornata assolata e calda. Poi abbiamo il treno per Campiglia marittima, dove cambiamo in direzione Pisa per poi cambiare ancora in direzione Firenze. A Firenze abbiamo il Frecciarossa che ci porta a Milano. Fortunatamente tutti i treni sono in perfetto orario e l’incastro di coincidenze esce a perfezione!
Quindi possiamo permetterci di fare un bilancio di questo trekking che ha unito un gruppo molto diverso di persone (alcune sconosciute a me e Nadia) ma che, mi sembra, si è amalgamato bene.
L’Elba è stata una vera scoperta. Bellissima isola, in questo periodo in una esplosione di vegetazione dai molteplici colori e profumi. Bei sentieri, segnalati, frequentati. Ottima l’accoglienza da parte di alberghi e ristoranti, che forse si stanno abituando anche agli escursionisti e non solo ai vacanzieri estivi.
Partiti alle 10.55 da Pomonte entro in casa alle ore 23.30; dopo un bus, un traghetto e 5 (cinque) treni e 12 ore e mezza sono passata dall’isola d’Elba a Busto Arsizio. Finalmente a casa.





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