giovedì 15 agosto 2013

Da Mosca a Pechino in treno: Diciottesima giornata



Immaginatevi una folla oceanica, non so, tipo una domenica di Pasqua in Piazza San Pietro; ora, moltiplicatela per almeno 10, ma anche 100. Ci siete riusciti? Forse vi siete avvicinati al numero di persone che circolano per Pechino in una qualunque giornata di agosto tra piazza Tien'anmen  e la città proibita. In questa foto c'è solo uno dei tantissimi ed enormi cortili presenti nella città proibita.
Città proibita sembra quindi essere non solo un nome riferito ad un sito archeologico ma una realtà: accedere a questo sito sembra una missione impossibile: bisogna accerchiare piazza tien'anmen, che e' come circumnavigare il lago di Monate, e poi scoprire da quale porta si entra e qual è la coda giusta alla biglietteria giusta. Tutto questo cercando di muoversi in mezzo alla massa umana asiatica di cui sopra (occidentali pochini), la maggior parte munita di ombrellini per proteggersi dal sole, che vengono usati anche come mezzo di accecamento. Tutto questo ci richiede almeno un'ora e all'alba delle 11.30 riusciamo ad accedere alla città proibita, un museo a cielo aperto che ha dimensioni eccezionali, come tutto in questo paese. Visitare un sito così enorme con un tasso di umidità così elevato e in mezzo ad un numero di persone non quantificabile e' un'esperienza che non si dimentica facilmente. Dopo quattro ore, dopo aver visto solo una parte della città proibita, decidiamo che quell'esperienza si può chiudere: il caldo e il popolo sono ugualmente insopportabili. Inoltre, vale la pena fare una considerazione sulla gestione del patrimonio artistico da parte del governo cinese: inserire all'interno della città proibita bar, negozi di souvenir, persone che urlano una nenia assordante per venderti una bottiglietta d'acqua lo trovo un insulto ad un posto di rilevanza storica come la città proibita. 
Provate dall'esperienza, ciondoliamo di nuovo verso piazza Tien'anmen. Ormai è pomeriggio inoltrato, dobbiamo ancora mangiare ma dobbiamo essere in albergo per tempo per andare a teatro.
Ci addentriamo negli hutong del centro e ci fermiamo in un ristorante dove mangiamo un più che dignitoso riso alla salsa di soia e uova. Familiarizziamo con i gestori grazie alla macchina fotografica e all'ipad.





Scene da ristorante
Rosi fa l'esperienza di un bagno pubblico (di cui non sono dotati tutti i ristoranti che quindi si avvalgono dei bagni pubblici molto presenti nei quartieri), costituito da una turca open air;
La nostra vicina di tavolo si fa la manicure e si taglia bellamente le unghie col tronchesino mentre aspetta la sua ordinazione;
Il gestore del ristorante prova il ripieno dei ravioli preparato dalla moglie con il cucchiaio che poi si premura di rimettere al suo posto, cioè dentro la ciotola; 
La moglie-cuoca prepara i ravioli e li mette a cuocere nella vaporiera a vista, nella sala del ristorante; verifico con Rosi che dopo la turca si sia lavata le mani...
Se passate in un ristorante a metà mattina, quando il personale prende servizio, lo vedrete tutto schierato  sull'attenti mentre il capo impartisce, presumibilmente, gli ordini per la giornata.

Dopo esserci preparate per andare a teatro, scopriamo che il teatro è dentro l'albergo. Tanto valeva andare in pigiama! 
Lo spettacolo è l'Opera di Pechino. Sono tre scenette che rappresentano tre brevi storie. Gli attori  contemporaneamente cantano, danzano, fanno acrobazie, mimo, in bellissimi abiti di scena e truccati di tutto punto. Abbiamo avuto una idea di come si svolge uno spettacolo d'opera cinese.

S come sicurezza qui in Cina la sicurezza è veramente una priorità;  in posti come l'ingresso di piazza Tien'anmen, delle stazioni della metro, della città proibita, della grande muraglia devi passare la borsa nel metal detector. Pechino è piena di poliziotti e militari, così come di telecamere. Non sembra essere un problema andare in giro per questa città anche di notte.

Nessun commento:

Posta un commento