giovedì 15 agosto 2013

Da Mosca a Pechino in treno: Sedicesima giornata

Passiamo buona parte della giornata ancora sul treno. Il paesaggio cinese è decisamente diverso da quello visto finora; prima è un susseguirsi di campagna coltivata a granoturco oppure a frutta, in cui si vedono agglomerati di case basse. Ogni tot si trovano invece delle città dove si nota subito il contrasto tra quartieri periferici (case basse malandate) e palazzoni enormi, stile alveare, di cui molti ancora in costruzione. Sono città il cui nome ci appare sconosciuto ma che hanno una popolazione pari a Roma o Milano. Avvicinandosi a Beijing (Pechino) si trovano molte fabbriche enormi, molte di carbone e molte con ciminiere altissime (anche stile centrale atomica). L'ultimo tratto, tra il km 80 e il km 50 (distanza da Pechino), prima di entrare nella municipalità di Beijing, è invece un susseguirsi di gallerie (ben 63!) che tagliano delle gole montuose molto suggestive, soprattutto per un percorso in treno.
Siamo a Pechino, la fine del nostro viaggio in treno. L'impatto con questa città è decisamente traumatico: un caldo afoso, una quantità di gente spaventosa (23 milioni di abitanti) che si muove freneticamente e senza sosta, una municipalità pari al Belgio. Tutto questo nel momento in cui si proviene da un paese dove ci sono 3 milioni di abitanti su un territorio pari all'Europa occidentale... Capite che è un po' difficile da assimilare...
Una volta organizzate alcune cose per i prossimi giorni, possiamo finalmente lavarci in una stanza d'albergo (4 stelle, non so se mi spiego...). 
La prima cosa da vedere qui e che diventa veramente la conclusione di questo viaggio è piazza Tian'anmen, e quindi ci dirigiamo qui. La piazza è incredibilmente grande, per accedervi bisogna passare dal "controllo bagagli" ed è la zona più controllata da videocamere che abbia mai visto. (In generale in Pechino sono molto presenti poliziotti sulle strade).  Da un lato c'è un assembramento di persone in attesa di qualcosa che non si capisce, poi abbiamo la conferma che aspettano che la bandiera venga abbassata.


Siamo stanchissime e affamate, quindi ci dirigiamo nel quartiere che avevamo già attraversato dove c'erano dei vicoli interessanti. Sembra che la vita del cinese tipo ruoti molto attorno al cibo; c'è una offerta di cibo spaventosa a qualsiasi ora. Così ci approcciamo alla  cucina cinese con un ristorante carino dove mangiamo molto bene (Rosi si dà all'anatra alla pechinese). Dopo aver fatto un giro nel quartiere prendiamo un risciò per tornare all'albergo. Esperienza molto eccitante anche se il conducente cerca di spillarci molti più soldi di quelli contrattati.
Come dicevo, Beijing è una città veramente enorme e difficile da digerire ma sia io che Rosi ne siamo piacevolmente colpite. È molto viva, la gente è mediamente affabile anche se non parla una parola di inglese, sorridono molto e trasmettono vitalità. 
 
Incontri da segnalare: Carmine e Olivia, una coppia italiana in viaggio di nozze. Li incontriamo alla colazione gentilmente offerta dalle ferrovie cinesi, però devi andare dalle sei e mezza alle sette e mezza. Abitano a New York da cinque anni e hanno uno studio di design creativo e lavorano con aziende italiane che vogliono lanciare eventi negli states. Ora lavorano ad un progetto con la Regione Marche. Partiti anche loro da Mosca concluderanno il loro viaggio in Giappone.

Incontri da segnalare 2: al ristorante incontriamo un francese che abita in Norvegia e un olandese che sono in giro per la Cina da 5 e 4 settimane. Oggi sono andati alla grande muraglia e sono tornati rossi come due peperoni. Poverini! Hanno la pelle bianchissima e si sono ustionati!

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