venerdì 9 agosto 2013

Da Mosca a Pechino in treno: Dodicesima giornata



Finalmente, la mongolia! Il treno arriva alle sei e qualcosa (quindi ennesima levataccia dopo notte quasi insonne) ma non c'è il solito omino col cartello "Penna". Fortunatamente c'è l'omino col cognome di Ornella e, dopo telefonata delirante con l'agenzia, decidiamo di aggregarci allo stesso driver di Emilio e Ornella. Il driver non sa una parola di inglese ma e' molto simpatico, ride, strombazza agli animali che incontra e si ferma come fossimo ad un safari fotografico. Sosta d'obbligo alla statua gigantesca di Gengis Khan, che ovviamente è il loro eroe nazionale.   
Caricare tutto il bagaglio di quattro persone su un'auto normale e' un'impresa ma riusciamo a partire e ad affrontare le tre ore di viaggio che dividono Ulaan Bataar (UB) dalla riserva naturale di Gun Galuut. È una specie di resort dove le stanze sono le gher. La foto sopra è la stanza mia e di Rosi, la foto sotto è l'interno. 
Il pomeriggio viene dedicato ad una lunga passeggiata in mezzo alla steppa, lungo il fiume che costeggia il villaggio e che produce due laghi. Qui intorno è veramente un paradiso naturalistico, si sente solo il rumore della natura. 
Oggi, carramba che sorpresa! Abbiamo ritrovato Saverio, che però domani riparte. Inoltre abbiamo ritrovato una coppia inglese che è scesa dal nostro treno a UB, Sarah e Adrien, di Birmingham. 
Il resort è incredibilmente deserto; giusto oggi è partita una nutrita comitiva di russi che stamattina faceva colazione al suono della macarena... 
Dopo una piacevolissima cena  ci godiamo lo spettacolo di una incredibile stellata mongola. Qui la corrente è limitata agli spazi comuni che ormai sono spenti; nelle gher ci sono solo candele. Il cielo ci offre il suo spettacolo più incredibile e con Ornella ed Emilio facciamo a gara a chi vede più stelle cadenti (o a chi fa finta di vederle...). 

C come caschetto parte della dotazione necessaria per vivere in una gher. Dopo qualche ora ho già un principio di trauma cranico. Persino Rosi ha cozzato contro l'architrave della porta; Rosi misura 1,53 mt., la porta è persino più bassa. 

C come mongol cokney ormai io, Rosi e Ornella abbiamo un linguaggio tutto nostro, cioè mongol cokney, che consiste nel finire tutte le parole con oski. Esempio: io non parlo russoski, sono italianski. Andiamo a cambiare i rublonski. Siamo un po' sceme e un po' bambine...

D come donne russe se gli uomini russi non brillano per gentilezza, le donne non si tirano indietro. Aneddoto di Saverio: si ferma ad un baracchino a comprare un succo che, per farsi capire, indica col dito. Prontamente la signora schiaffeggia il dito di Saverio. Che sia maleducazione in Russia indicare le cose col dito?


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