venerdì 9 agosto 2013

Da Mosca a Pechino in treno: Tredicesima giornata


Questa mattina io e Ornella decidiamo di fare un po' di trekking salutare e così, dopo colazione e dopo aver salutato Saverio che torna a UB, ci armiamo di scarpe da escursione e partiamo da una collina dietro il nostro resort. Il dislivello è minimo ma ci permette di guardare nelle vallate sottostanti, le anse dei fiumi e gli armenti al pascolo, le gher sparse qua e là. Stando in cresta percorriamo il perimetro attorno al nostro villaggio e raggiungiamo la cima che vedete in mezzo alla foto (chiamarla cima è un po' esagerato, è un po' più di una collina). 
Rosi invece, esplorando nei dintorni, ha conosciuto una famiglia mongola che l'ha invitata ad un matrimonio. Come perder l'occasione di andare ad un matrimonio mongolo?
Alle due veniamo recuperati (ormai siamo noi quattro, Rosi, Ornella, Emilio e io) da un autista che ci porta, attraverso la steppa, nel luogo della festa. Come possano i mongoli guidare su queste piste sterrate ad una velocità folle con delle auto "normali" è ancora un mistero...
Alla festa c'è una tenda sotto la quale stanno seduti gli invitati a bere e mangiare, mentre dentro la gher ci sono gli sposi. Noi veniamo invitati ad entrare dentro la gher degli sposi. Hanno entrambi 25 anni, lei è incinta. Parlando con una ragazza che parla un po' di inglese, scopro che sono buddisti e quindi non c'è stata una vera e propria cerimonia di matrimonio ma solo una registrazione dell'atto e poi è iniziata la festa.


Nella foto vedete gli sposi. Davanti a loro una serie di cibi, tra cui montone, yak e capra, formaggi, insalata russa e le due bevande in uso in una festa: il latte di giumenta, che loro chiamano white beer, e ovviamente la vodka che circola in quantità industriali. A tutti noi ovviamente viene offerto qualcosa, in particolare il latte di giumenta e la vodka. Rosi riesce a berne un solo bicchiere, Emilio arriva a quattro. Io ne bevo due, ma soprattutto perché mi permette di togliere il sapore del formaggio molto saporito (traduzione: immangiabile) e del latte di giumenta molto acido (traduzione: imbevibile).
Da annotare: la nonna della sposa che, appena sentito che siamo italiani, dice "ah, Marco Polo!". Pensare che noi italiani a scuola quasi non lo studiamo neanche!
Dopo le foto di rito e aver salutato e ringraziato tutti, lasciamo che la festa vada avanti senza di noi. La vodka scorre e noi non vogliamo rischiare di tornare e dover ricorrere agli Alcolisti Anonimi. Una coppia di Singapore era ostaggio della tenda da quattro ore!

Aneddoto sul viaggio di ritorno: siamo in auto con lo stesso driver dell'andata e seguiamo la pista. Ad un certo punto decide di prendere la scorciatoia per tagliare la vallata. Peccato che ha un senso che la pista faccia il giro della valle, in mezzo ci sono molti acquitrini. All'improvviso ci troviamo circondati dall'acqua, l'aiuto autista cerca di dare la direzione, la velocità non diminuisce, l'auto si impenna e dai finestrini entrano ondate di fango! Solo la vodka in corpo ci permette di ridere di fronte all'imminente tragedia: turisti italiani affogano in una palude mongola. Ma la perizia della guida mongola e delle misteriose auto mongole ci permette di guadare fiumi ed acquitrini e recuperare la pista, solo un po' infangati...
In tarda serata ci dedichiamo a osservare il cielo stellato con l'aiuto di due nuovi amici inglesi (già incontrati sul treno), Sarah e Adrien di Birmingham. Lui è appassionato di astronomia. Scopriamo che quelle che si muovono non sono stelle ma satelliti, ad una velocità incredibile!

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