lunedì 12 agosto 2013

Da Mosca a Pechino in treno: Quindicesima giornata



Ennesima sveglia all'alba per prendere il treno delle 7:15 da Ulaan Bataar (440 km dal confine russo-mongolo) per Pechino, che arriva e parte perfettamente puntuale. Per tutto il giorno attraversiamo la sterminata mongolia, prima troviamo la ben conosciuta steppa, dopo Choir (649 km da confine), iniziamo ad attraversare il deserto del Gobi.
Parentesi: il treno è cinese e la pulizia lascia moooolto a desiderare. Quello russo era decisamente più curato. Invece, per simpatia, russi e cinesi fanno a gara per vincere il premio "il ferroviere più cortese del mese". 
Il deserto del Gobi è appunto un deserto, ma non nel senso che ci sono le dune di sabbia. Innanzitutto, come in un deserto che si rispetti, non c'è quasi nessuno, tranne qualche gher e un po' di animali (avvistato anche un cammello). E poi oggi ha fatto una tempesta di pioggia non usuale in un deserto, tanto che si creavano addirittura dei fiumi d'acqua che scorrevano sotto i ponti della ferrovia. (Perché il terreno non assorbe l'acqua?)
Ad un certo punto il deserto assume un aspetto un po' più lunare, una via di mezzo tra l'australia e non so cosa.


Nel pomeriggio fissiamo un tea-time con Adrien e Sarah, ovviamente alle cinque. La pioggia e' passata, il cielo si sta aprendo e inizia anche a fare caldo. Meno male che lo scompartimento cinese ha un solo pregio, il ventilatore. Eccoci qui sotto mentre ci gustiamo un tè con dolce nelle nostre fantastiche mug. Voi direte: ma perché bevono il tè anche con questo caldo? Ignoranti. Primo, perché  lo bevono anche nell'Africa sahariana, quindi un motivo ci sarà. E secondo, perché il samovar funziona sempre ed è gratis.


Verso sera iniziano le pratiche che ci porteranno a passare il confine mongolo-cinese: salita dei doganieri mongoli all'ultimo avamposto mongolo (Zamyn-uud, a 1113 km dal confine russo-mongolo), passaggio della frontiera cinese e salita dei doganieri cinesi con relativa compilazione di documenti, a Erlian, prima città cinese, a 842 km da Pechino.
Lo spettacolo che ci regalano i cinesi appena entrati nel loro paese è piuttosto curioso: lo scartamento dei treni in Cina è diverso da quello russo e mongolo; quindi tutto il treno viene introdotto in un capannone dove, un vagone alla volta, viene sollevato (passeggeri compresi) per poter cambiare il carrello sottostante. 
La procedura di passaggio della frontiera cinese dura quindi  un totale di quattro ore.



Y come yak animale mitologico che abiterebbe la Mongolia. Io e Ornella ne abbiamo avvistato uno sulla  strada per la riserva naturale, pensando che poi ne avremmo visti a migliaia. Non ne abbiamo mai più visti! Solo cavalli e pecore. Per concludere la parentesi Mongolia, rimane il rammarico di non aver ammirato gli yak. 

E come etnie tartari, buriati, coreani, mongoli, kirghisi, usbechi, russi, kasaki, estoni, ucraini, tagiki, tuvani, jukaghiri, nenci, eveni, ciukci, ostiachi. Queste sono probabilmente solo alcune delle etnie presenti in questa vastissima regione asiatica che è la Siberia. 

Nessun commento:

Posta un commento