Parentesi: il treno è cinese e la pulizia lascia moooolto a desiderare. Quello russo era decisamente più curato. Invece, per simpatia, russi e cinesi fanno a gara per vincere il premio "il ferroviere più cortese del mese".
Il deserto del Gobi è appunto un deserto, ma non nel senso che ci sono le dune di sabbia. Innanzitutto, come in un deserto che si rispetti, non c'è quasi nessuno, tranne qualche gher e un po' di animali (avvistato anche un cammello). E poi oggi ha fatto una tempesta di pioggia non usuale in un deserto, tanto che si creavano addirittura dei fiumi d'acqua che scorrevano sotto i ponti della ferrovia. (Perché il terreno non assorbe l'acqua?)
Ad un certo punto il deserto assume un aspetto un po' più lunare, una via di mezzo tra l'australia e non so cosa.
Nel pomeriggio fissiamo un tea-time con Adrien e Sarah, ovviamente alle cinque. La pioggia e' passata, il cielo si sta aprendo e inizia anche a fare caldo. Meno male che lo scompartimento cinese ha un solo pregio, il ventilatore. Eccoci qui sotto mentre ci gustiamo un tè con dolce nelle nostre fantastiche mug. Voi direte: ma perché bevono il tè anche con questo caldo? Ignoranti. Primo, perché lo bevono anche nell'Africa sahariana, quindi un motivo ci sarà. E secondo, perché il samovar funziona sempre ed è gratis.
Lo spettacolo che ci regalano i cinesi appena entrati nel loro paese è piuttosto curioso: lo scartamento dei treni in Cina è diverso da quello russo e mongolo; quindi tutto il treno viene introdotto in un capannone dove, un vagone alla volta, viene sollevato (passeggeri compresi) per poter cambiare il carrello sottostante.
La procedura di passaggio della frontiera cinese dura quindi un totale di quattro ore.
E come etnie tartari, buriati, coreani, mongoli, kirghisi, usbechi, russi, kasaki, estoni, ucraini, tagiki, tuvani, jukaghiri, nenci, eveni, ciukci, ostiachi. Queste sono probabilmente solo alcune delle etnie presenti in questa vastissima regione asiatica che è la Siberia.
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